PCI: "Ma a Grosseto cosa si pensa di Venator e Piombino?"

Grosseto: Un silenzio, il solito secondo il PCI, che aleggia nella provincia quando si parla di grandi questioni come ad esempio quelle della Venator e delle acciaierie di Piombino.

«Tutto tace - si legge nella nota della Segreteria PCI Federazione Grosseto - e nessuna posizione politica chiara viene espressa dalle forze politiche locali anche nel comprensorio delle Colline Metallifere che insieme alla piana del Casone e Piombino costituivano un importante presidio industriale, l’unico in provincia di Grosseto.

L’unica cosa che è evidente è la grande confusione che regna, caos e contraddizioni che vedono la maggior parte delle forze politiche di governo territoriale e regionale, in primo luogo il PD, alternarsi tra sostegni ai comitati con posizioni legate alle convenienze del momento strettamente connesse alle tornate elettorali.

Il PCI ha già espresso la propria posizione con la vicinanza ai lavoratori di Venator e acciaierie che sono sempre più ostaggio di una politica incapace di assumersi responsabilità e, soprattutto, governare quei processi che da decenni sono alla ribalta e rappresentano priorità, bloccando uno sviluppo economico che deve necessariamente essere programmato con criteri diversi.

Il PCI riconosce a Venator gli investimenti fatti e la sensibilità dimostrata su mille versanti compresa la tutela ambientale, elementi che dovrebbero essere valorizzati dalle istituzioni e vedere un approccio diverso da quello dimostrato dalla regione e dall’assessore Monni che tratta dall’alto la questione ordinando e aspettando risposte dall’azienda dopo anni di assenza della regione.

Quello che la politica e la regione non vuole vedere è che grazie a questa inerzia politica, questo immobilismo istituzionale, l’effetto è della riduzione di un buon 25% dell’occupazione con la prospettiva di aggravi in termini di costi se verrà attivata la cassa integrazione.

Stessa cosa, anzi un film già girato, su Piombino dove il teatrino delle istituzioni e della politica continuano senza sosta.

Oggi su Piombino e l’intero comprensorio viene introdotto il ricatto del rigassificatore che il PCI ritiene essere l’ennesimo specchietto delle allodole, tant’è che dal memorandum di Giani è già sparito l’impegno a far ripartire le acciaierie.

Noi riteniamo che in questo caso vi debba essere una nazionalizzazione della produzione dell’acciaio per evitare l’ennesima chiusura di una produzione importante e la dipendenza del nostro paese da latri contesti economici.

E sulla Venator uscire dalle ambiguità progettando in modo concreto soluzioni che devono essere il frutto di azioni condivise tra Regione, Impresa e enti locali territoriali che portino a scelte condivise che tutelino ambiente, salute e diritti dei lavoratori».