Mufloni del Giglio. Presunte aggressioni contro i cacciatori

L’Enpa: “Al momento non ci risultano. Invece è molto singolare sulla questione intervengano i produttori di armi”

Roma: «Ad oggi non abbiamo notizie in merito a presunte aggressioni compiute dalle associazioni animaliste ai danni dei cacciatori intenzionati ad uccidere i mufloni sull’isola del Giglio». Lo sostiene l’Ente Nazionale Protezione Animali replicando al Comitato Nazionale Caccia Natura (CNCN), che proprio nei giorni scorsi aveva segnalato presunti episodi di violenza subiti dalle doppiette. «Piuttosto – prosegue Enpa – ci sembra che l’allarme lanciato dal CNCN sia il frutto di un travisamento; cioè che ogni legittima e legale manifestazione di dissenso, esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, viene considerata dal Comitato alla stregua di un’intimidazione».

Secondo la Protezione Animali, nella questione del Giglio, la vera anomalia non è rappresentata tanto dalle sacrosante proteste di chi si oppone al massacro degli ultimi mufloni rimasti sull’isola, quanto dall’intervento - davvero irrituale di una organizzazione - il CNCN per l’appunto - che rappresenta gli interessi dei produttori di armi e cartucce. Basta infatti scorrere l’organigramma del Comitato per notare come tutte le cariche sociali siano ricoperte da esponenti direttamente collegati all’industria delle armi, a cominciare dalla Beretta (armi). Tra l’altro, osserva Enpa, sulle uccisioni di mufloni non tutti i cacciatori la pensano allo stesso modo visto che alcune sigle del mondo venatorio si oppongono al massacro.

«Siamo davvero sorpresi per l’interesse che i produttori di armi e munizioni stanno mostrando per i mufloni del Giglio, per i loro attacchi contro i volontari che stanno cercando di mettere in salvo gli animali e contro le associazioni animaliste, definite “estremiste”. Evidentemente – conclude Enpa –il CNCN teme che la soluzione non violenta finora messa in pratica nell’area del Parco dell’Arcipelago, di cui è presidente Giampiero Sammuri, possa essere d’esempio per altre realtà, riducendo così le possibilità di sparare per divertimento e riducendo di conseguenza una voce di profitto per le industrie del settore».