‘La prossima settimana...’: molestie sessiste e catcalling, verità o esagerazione?

di Raffaello Milani

Dopo i fatti accaduti al raduno nazionale degli alpini della scorsa settimana a Rimini e della miriade di denunce (si parla di circa 150 casi) che sono saltate fuori mi sovvengono delle considerazioni su come è percepito oggi il confronto uomo donna. A mio modestissimo parere si sta degenerando in maniera assurda e tutto in ossequio e enfatico rispetto del politically correct. Mi spiego meglio, condanno sempre e comunque qualsiasi atteggiamento volgare contro chiunque donna o uomo o altro che sia, sia ben chiaro, ma dobbiamo fare dei distinguo molto forti perché da quanto si legge tutto è riconducibile sempre e solo alla aleatoria “percezione” di cosa accade.

Faccio un esempio: incontro per strada una bella donna e apprezzo la sua bellezza con un “complimenti… bella!!!” il mio intento è di apprezzamento. La bella in questione mettiamo sia in un suo momento particolare fisico e/o mentale che vede e percepisce in quella affermazione un esempio di catcalling ergo: io sono condannabile per eventuale molestia sessuale. All’atto pratico non conta la mia volontà di apprezzare la bellezza di una persona ma conta come ella percepisca o come sia disposta o che lunaticità la pervada sul momento. Io sono colpevole lei è la vittima punto! Non c’è soluzione alternativa. In alcuni riferimenti si legge che questo non rientrino tra gli atteggiamenti “autorizzati” quindi per metterla sull’ironico la prossima volta prima di apprezzare la bellezza della ragazza che passa per il corso le manderò una PEC per avere il consenso a dirle che è bella… Mi verrebbe da rispondere questo a chi obietta che questo “consenso” è essenziale. Anzi dirò di più la prossima volta che becco qualche tipetta che mi guarda di traverso e ride la denuncio seduta stante perché la mia percezione del suo sguardo trasudava body shaming e mi sento ferito nell’orgoglio. A parte le battute, ovviamente, qualora e dove vi fossero effettivi atteggiamenti vessatori come ad esempio battute pesanti o atteggiamenti davvero oltraggiosi personalmente sono dell’idea che “…..e butto la chiave!!!” ma per il resto torniamo un po’ con i piedi per terra. Un’altra cosa che mi lascia basito è il fatto tutto italiano che se succede qualcosa siamo immediati nella denuncia social, tanto per dire delle oltre 150 denunce 149 sono social e solo UNA è un denuncia effettiva.

Ora delle due l’una, se c’è stato un reato di molestia sessista, sessuale o altro a mio avviso la prima cosa da fare è una DENUNCIA ALL’AUTORITA’ preposta perché il colpevole venga perseguito a livello penale e perciò, se colpevole, paghi senza se e senza ma. Ma anche qui ci sono da fare i vari distinguo, vuoi perché il vessato ha paura (di che della giustizia?) vuoi perché mettere di mezzo avvocati costa ( si consta ma esiste pure ad esempio il “patrocinio gratuito”) vuoi perché leggere il proprio nome accanto ad una causa penale fa paura (più paura della violenza subita? Mmah) vuoi perché è molto più semplice e appagante contare i like e i commenti di condanna sui social o meglio il processo e la condanna immediata con annesso linciaggio del presunto colpevole da parte della giuria facebookiana e enorme medaglia da appuntarsi sul petto mediatico per averlo “sputtanato” pubblicamente. Purtroppo oggi, come sostengo da molto tempo, il vero ago della bilancia sono proprio i social che ci hanno trasformato in animali da cazzaggio, assetati dello “sbatti il mostro in prima pagina”, “io l’avevo detto” e tanto altro per poi neanche chiedere scusa se tutto ciò si è rivelato una fake news. Chi se ne frega se rovini la reputazione di una persona solo per il sentito dire che poi si rivela un’enorme cazzata (passatemi il francesismo), tanto mica tocca a me subirne le conseguenze. Mi domando è peggiore questo atteggiamento o il “bella!!!” che fa tanto “fischia al gatto” e va molto di moda oggi?

Vediamo ora cosa succederà la Prossima settimana!

Mi ci viene da ridere a pensare ad un domani, chissà viste le tempestive dichiarazione dell’ex ministro Boldrini sugli Alpini o quelle di oggi del sig. David Parenzo che auspicava un DASPO per il prossimo raduno da vietare per il prossimo anno, chissà se le donne di domani o gli uomini di domani che si incrociano per strada diventeranno dei veri alieni gli uni con gli altri. M’immagino per il corso della nostra città girare persone avvolte dalla propria bolla per evitare sguardi, contatti, apprezzamenti non autorizzati. M’immagino che ci sia una luce, rigorosamente a led, che informi della presenza di una persona autorizzata a “guardare” la mega gnocca (ops rischio la denuncia) che, con in bella mostra le sua grazie, sfila per la via. Mi immagino che le coppie del 3000 siano connesse all-in, con tanto di NFT che le autorizza alla comunicazione, con tanto di PEC o qualsiasi altro mezzo di conferma che autorizzi a qualsiasi contato umano. Non scherziamo…. Abbiamo però perso tutto sia da una parte che dall’altra, l’uomo che ormai o oltraggia, o è autorizzato o molto spesso rinuncia a tutto, e la donna che per rivincita sulle prevaricazioni, per voglia di rivalsa, per affermare la propria forza, per la sete di potere, a volte, le tenta di tutte per “vincere”. Mi fa specie che associazioni tipo “non una di meno” non abbia la forza di fare di per se dei distinguo perché, se pur acclarato che all’inumano non c’è mai fine, bisogna saper distinguere e mai scendere in quella sete di vendetta e prevaricazione che a mio avviso è a appannaggio dei deboli.

Ecco cosa mi consolerà: che, anche se sono una minoranza, ci sono sempre donne e uomini che si apprezzano anche per un fischio per strada, cui le scene de “La dolce Vita” felliniana mettono sempre i brividi per il fatto che quei tempi dove la vespa ed il sorriso di una bella donna per l’apprezzamento del giovanotto non siano più catcalling ma solo un inno alla bellezza. Buona settimana e al prossimo evento, intanto aspetto i vostri commenti.