Il Bar Bizzarri: quello della Sor' Anna

Uscivi di casa, voltavi l'angolo di via Buozzi ed eccoti al Bar Bizzarri. Che dico. Il bar della Sor' Anna. Con quel sorriso accomodante e con quel "Che vuoi, caro…?" che proferiva a qualunque avventore. La sor' Anna era una bella donna e non era proprio quel che ci voleva per adolescenti in tempesta ormonale. Indossava un camice bianco che a stento tratteneva le sue forme non proprio filiformi sulle quali i tuoi occhi non potevano fare a meno di indugiare. 

Superato questo sbarramento ti portavi in sala biliardo ad assistere ad interminabili partite a bazzica o a boccette. Ma la vera protagonista era lei, la televisione. Il ciclismo era lo sport dominante e quado c'erano le tappe del giro d'Italia dovevi fare quasi a cazzotti per accaparrarti un sedia su cui sedere. Immagini rigorosamente in bianco e nero. Tutt'intorno una nebbia da fumo che si tagliava col coltello. Arrivata la tappa, subito dopo il "sono contento di essere arrivato primo" eccoti il processo alla tappa, con un Sergio Zavoli e un Adriano Dezan che ricordo ancora con nostalgia infinita.