Castello di Monteregio: "Non sarà un altro Sensi?"

Massa Marittima: «Quello che è sotto gli occhi di molti massetani - si legge nella nota della Segreteria PCI Colline Metallifere - è la situazione patrimoniale e le manutenzioni straordinarie che versano in uno stato assai critico.

Ricordiamo le mura pericolanti in Cittannova, lo scempio del palazzo dell’ex agraria demolito per metà e per l’altra metà in attesa che arrivi qualche buon vento e lo abbatta.

Sempre in Cittannova l’ex sede della Comunità Montana abbandonata ai ratti ed incustodita, di proprietà della ASL che la utilizza da anni per chiudere il bilancio in pareggio sino a che starà in piedi e potrà avere un potenziale valore economico, perché per adesso è soltanto uno spregio ai massetani.

C’è poi l’area Molendi che forse aspetta il miracolo e saluta il turista che si presenta alla nostra città con un bel cumulo di macerie e degrado sul quale ci sarebbero state delle prime ipotesi di recupero che senz’altro farebbero bene all’immagine ma dimenticate.

Ma il top è rappresentato dal castello di Monteregio che svetta su Massa Marittima, sede secolare dello Spedale, una delle prime strutture di cura della provincia e della Toscana che da anni è in attesa di un compratore.

Regalato alla ASL da un’assurda legge regionale, la ASL lo ha abbandonato e come fa per l’immobile già sede della Comunità Montana, lo tiene a bilancio sognando la vendita ad un zio Paperone che dovrebbe addossarsi l’acquisto e il recupero per una misera cifra compresa tra i 10 e i 15 milioni di euro.

Proprio su quest’immobile le nostre perplessità furono sedate dall’intervento dell’AM Turistic, che circa due anni fa si insediò nel territorio massetano e nelle Colline Metallifere, con la presentazione di vari progetti, destinati anche al recupero di immobili che aspettano da anni una loro degna e giusta valorizzazione e una destinazione.

Proprio sul Monteregio, ricordiamo che venne dato l’annuncio di una sua possibile trasformazione in un resort stellare con lo Chef Cannavacciuolo con un recupero strutturale dell’immobile e la creazione di un consistente numero di posti di lavoro.

La piazza mormora invece che l’azienda starebbe per lasciare il territorio senza precisare i motivi.

Questa cosa non ci rallegra, anzi ne siamo dispiaciuti e ci auguriamo che siano solo voci di piazza sulle quali attendiamo smentita perché sarebbe veramente triste perdere un’occasione di recupero proprio per un’immobile che rappresenta Massa.

Avevamo espresso le nostre titubanze perché dopo avere assistito a annunci come ad esempio quello su Perolla, fatti da Sensi in persona, naufragati nel nulla speravamo, e continuiamo a sperare, che il nostro scetticismo sia demolito e che abbiamo sbagliato le valutazioni perché sarebbe triste trovarsi ancora una volta con un pugno di mosche in mano e i progetti per un rilancio rimandati ancora alle calende greche.

Attendiamo una pubblica smentita dalla società o dallo stesso comune che, anche se non ne è il proprietario formale è il titolare di un bene che rappresenta Massa e la sua storia e merita attenzione».