Il dott. Nicola Libertà Decarli è il nuovo direttore dell’Anatomia Patologica dell’ospedale Misericordia di Grosseto

Grosseto: Il dottor Nicola Libertà Decarli è il nuovo direttore della Struttura Complessa di Anatomia Patologica dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Il direttore generale Antonio D’Urso lo ha nominato all’esito della relativa selezione pubblica,  lunedì 15 novembre la firma del contratto.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Ferrara, ha poi conseguito la specializzazione in anatomia patologica presso la stessa università. Successivamente ha lavorato come dirigente medico di I° livello presso le Unità Operative Complesse di Anatomia Patologica dei seguenti presidi ospedalieri: Istituto Europeo di Oncologia (Mi), Azienda Ospedaliero – Universitaria Pisana (Pi), ospedale San Giuseppe (Asl Toscana Centro)-Empoli (Fi), Arcispedale Santa Maria Nuova (Re), Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della provincia di Trento (TN)  ed ospedale San Giovanni di Dio alla Asl Toscana Centro (Fi), dove è stato indicato referente per la patologia del fegato e del tratto gastro-intestinale.

“Con questa nuova nomina – commenta il direttore generale D’Urso - si rafforza l'assetto organizzativo dell'Asl Toscana sud est e dell'ospedale Misericordia di Grosseto a testimonianza dell’impegno per dotarci di professionisti in ogni settore. Il dott. Decarli ha tutte le carte in regola per fare un ottimo lavoro in un reparto importante e delicato come quello dell'anatomia patologica. Il suo arrivo rientra nei nostri obiettivi di mantenere elevati standard qualitativi, garantendo così una risposta adeguata ai bisogni di salute della popolazione”.

“Sono onorato di assumere questo incarico prestigioso – aggiunge il dott. Decarli - e di succedere al precedente direttore, dr. Armando Rossi, di cui ha sempre avuto grande stima professionale. Il mio obiettivo primario sarà rivolto ad ottimizzare l'attività del reparto di Anatomia Patologica in termini di tempistica di refertazione cito-istologica, puntando su una stretta collaborazione con i componenti del reparto: medici, biologi e infermieri, ed eventualmente investendo sul personale (dopo una ricognizione dei carichi di lavoro) e su metodiche tecnologiche indirizzate alla tracciabilità del campione e alla digitalizzazione dei percorsi lavorativi”.