Vaccinato l’86% della popolazione della Usl Toscana sud est per un totale di 1 milione e 200mila dosi

Il ringraziamento di Opi. Draoli: “La chiusura di alcuni grandi hub è una luce in fondo al tunnel, ma dobbiamo continuare a vaccinarci; il lavoro fatto da tanti colleghi merita di entrare nei libri di storia”.Grosseto: Cambia, dal 1 novembre, l’organizzazione della rete vaccinale. L’Azienda sanitaria ha, infatti, comunicato che, da quella data, rimarranno in attività il centro di Spergolaia ad Alberese (Grosseto) e la ex Fonderia Leopolda di Follonica, e saranno attivate, nelle settimane successive, anche altre sedi territoriali come gli ambulatori vaccinali dei dipartimenti della prevenzione, i distretti, gli ambulatori ospedalieri.

“Vogliamo ringraziare – dice Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto – tutto il personale infermieristico che in questi mesi ha reso possibile il raggiungimento di un obiettivo di straordinaria importanza, insieme ai medici, agli oss, alla protezione civile e ai tanti volontari che sono stati coinvolti: sono oltre un milione e 200mila le dosi di vaccino somministrate nei territori dell’azienda Usl Toscana sud est che hanno fatto sì che l’86% della popolazione sia vaccinata contro il Sars-Cov 2.  In questi mesi tutti gli hub vaccinali attivati sono stati fondamentali per ottenere questi risultati, uniti anche ai camper per le vaccinazioni che hanno raggiunto zone periferiche e turistiche”.

Draoli ricorda come la campagna vaccinale in corso sia la più importante dell’era moderna: “Abbiamo compiuto uno sforzo che merita di essere ricordato nei libri di storia.  La campagna vaccinale è partita per gradi, è stata modificata in corso d’opera per rispondere al meglio alle necessità: siamo partiti somministrando il vaccino ai fragili, siamo entrati nelle Rsa, passando poi per il resto della popolazione, per arrivare, nell’ultima fase, anche ai minorenni e a coloro che hanno deciso di vaccinarsi solo in queste settimane e che hanno rappresentato forse la categoria di pazienti più difficile da seguire. Un percorso che ha comportato un impegno organizzativo senza eguali ed emotivamente molto faticoso perchè nel bene e nel male, nel trionfalismo e nell'aggressività ha caricato sulle spalle dei sanitari un'attenzione pubblica  a tratti fonte di enorme stress”.

“La chiusura dei grandi hub vaccinali – prosegue Draoli – rappresenta anche una luce in fondo al tunnel: sta a significare, infatti, che con le strategie messe in atto stiamo riuscendo a fronteggiare la pandemia. Questo non indica certo che siamo arrivati alla fine del processo perché, come sappiamo, la campagna vaccinale sta proseguendo e sta tutt'ora vedendo impegnati tanti professionisti, in primis infermieri.  Ribadiamo che l’Ordine delle professioni infermieristiche è disposizione dell’azienda sanitaria e della Regione per collaborare all’individuazione delle nuove strategie, anche più volte ai servizi di prossimità perché abbiamo visto, e l’uso dei camper vaccinali lo dimostra, che davvero portare i servizi sui territori può fare la differenza”.

“Ancora grazie, quindi – conclude Draoli – alle centinaia di professionisti che, senza risparmiarsi, in questi mesi hanno dato il loro contributo, facendosi carico di compiti gravosi, a tratti entusiasmanti, ma senza dubbio molto difficili. Ci auguriamo che la popolazione, consapevole dell’importanza che il vaccino rappresenta per la riduzione degli esiti da contagio, continui a vaccinarsi con fiducia e serenità, in modo che ognuno faccia la propria parte per mettere fine a questa terribile emergenza”.