Nuove restrizioni DPCM, Ripani (FI): ‘Pronta interrogazione parlamentare’

“Vogliamo conoscere i dati del CTS e chiediamo subito indennizzi per gestori ed esercenti penalizzati”.

Roma: “Sto per depositare un’interrogazione parlamentare urgente per conoscere i dati in possesso del CTS e le evidenze scientifiche che hanno giustificato le restrizioni per palestre, piscine, centri benessere, cinema e teatri, attività di ristorazione (ristoranti, pub, bar, pasticcerie, gelaterie), nonché le percentuali dei contagi registrati nelle medesime attività. Con l’ultimo DPCM è stato punito chi ha investito in sicurezza applicando alla lettera i protocolli sanitari imposti: o i protocolli erano inefficaci e quindi sbagliati a priori, oppure qualcuno dovrà pur spiegarci perché prendere come capro espiatorio una palestra piuttosto che un ristorante e massacrare interi settori economici già in ginocchio, mentre sui mezzi pubblici si continua a viaggiare ammassati come sardine senza distanziamento sociale e senza prendere alcun provvedimento in merito. Inoltre, restrizioni così invalidanti per le attività economiche andrebbero valutate alla luce delle varie realtà territoriali, calcolando l’andamento epidemiologico.

Durante la conferenza stampa per l’illustrazione dell’ultimo DPCM, il Premier Conte ha sbandierato l’impegno del Governo a garantire indennizzi per gestori ed esercenti penalizzati dalle nuove limitazioni: si chiede quindi nell’interrogazione di conoscere l’entità delle risorse a disposizione, le modalità di ripartizione e la tempistica di erogazione per provvedere all’annunciato ristoro dei danni. Il generico impegno del Governo non basta, non dopo la “potenza di fuoco” mai verificatasi dei decreti economici, i ritardi e l’inadeguatezza delle misure messe in campo da inizio pandemia. Per poter chiedere ulteriori sacrifici agli italiani, il “decreto Ristori” avrebbe dovuto essere approvato contestualmente al DPCM, prevedendo già un pacchetto di aiuti da attivare nell’immediato. Speriamo adesso che le promesse del Premier Conte e del Vice Ministro Castelli non facciano la stessa fine della cassa integrazione!

Le attività colpite dal DPCM, classificate come “non essenziali”, sono “essenziali” per la sopravvivenza di intere famiglie che hanno già versato lacrime e sangue durante il lockdown. Il Governo agisca con somma urgenza: dia certezze ai lavoratori italiani e restituisca dignità alle Istituzioni di questo Paese”, conclude Elisabetta Ripani, Deputata di Forza Italia.