Verso Fase2, PCI Grosseto: 'Maggiore attenzione per la scuola dimenticata'

Grosseto: "La scuola è stata la prima a fermarsi per il Covid-19, - scrive la segreteria Pci di Grosseto - da febbraio in Lombardia, poi Piemonte, Emilia Romagna e progressivamente nel resto d’Italia, politica ed istituzione poco ne hanno parlato e poco se ne parla oggi alla vigilia della riapertura, quasi si trattasse di questione marginale di fronte alla necessità di far ripartire il Paese".

"Si paventa un’ipotesi di riapertura graduale delle attività lavorative, - prosegue la nota - e a parlare di “ripartenza”, manca una chiara informazione istituzionale relativa a condizioni, termini e modalità di riapertura delle scuole.

Voci paventano la riapertura della scuola a partire da settembre se non addirittura una riapertura esclusivamente o parzialmente a distanza. Molte le criticità emerse come le grandissime differenze nella capacità di gestire la didattica a distanza sia tra gli alunni che tra i docenti, mancanza di infrastrutture pubbliche adeguate e di connessioni domestiche, inadeguatezza dell’insegnamento a distanza.

Il primo risultato della didattica a distanza è confermare e approfondire le distanze sociali economiche e culturali e il venir meno della scuola come luogo materiale di rapporti umani, tra coetanei e tra adulti e ragazzi. Solo l’impegno e la e gli ammirevoli sforzi compiuti dalla grande maggioranza degli insegnanti insieme a studenti e genitori ha consentito la tenuta della gestione delle attività nell’emergenza ma proseguire in una proroga oltre l’estate, a meno che non ci siano evidenze scientifiche che lo dettano, sarebbe grave.

È fondamentale quindi che la scuola faccia parte a pieno titolo e con una pianificazione corretta della discussione della ripartenza e riteniamo fondamentale che siano dati input chiari a livello nazionale e locale per impedire un danno alla scuola pubblica".

"Riteniamo – come PCI – fondate quindi le richieste che da molte parti arrivano e sono importanti risposte che vadano a bilanciare il diritto alla salute con tutti gli altri diritti fondamentali, fra i quali quello all'istruzione, che non deve essere sacrificato ma costituire obiettivo primario della ripartenza. Accantonare definitivamente il processo di autonomia differenziata perché oggi più che mai è evidente che il diritto all’istruzione deve essere un diritto universale nazionale e non affidato a regionalismi che potrebbero causare differenze nell’apprendimento e nelle future opportunità.

Pensiamo a test sierologici per bambini e ragazzi, a turni ridotti e differiti, all’eliminazione dei momenti di assembramento, a supplenze extra per sostituire il personale più a rischio, all’ottimizzazione nell’uso dello spazio nelle aule in rapporto al numero di studenti, alla regolarizzazione dei docenti precari, all’assunzione promessa da anni di personale, alla sanificazione degli ambienti, alla conversione a uso scolastico di edifici inutilizzati e di scuole precedentemente chiuse. Tutti temi fondamentali da valutare e a cui dare risposte.

Sino dalle prossime settimane, e comunque dalla cosiddetta fase 2, riaprire i servizi educativi alla prima infanzia, nidi e materne e le scuole primarie, eventualmente con gradualità e, se la situazione epidemiologica lo consentirà, prevedere, con gli opportuni accorgimenti di distanziamento per la conclusione dell'anno scolastico in aula anche per le classi che concludono un ciclo.

Le risposte di carattere generale dovranno pervenire dal Governo ma è necessario anche che le istituzioni locali e le amministrazioni comunali approntino proposte di riapertura tenendo presente che dovrà essere costituito un monitoraggio continuo per rilevare eventuali situazioni derivanti da rischi soprattutto per quei soggetti asintomatici.

Sarebbe opportuno per il PCI che la provincia prendesse l’iniziativa in tal senso e coordinasse, attraverso la conferenza provinciale dell’istruzione allargata anche alla ASL per gli aspetti sanitari, un lavoro di pianificazione che consentisse di avviarci verso la fase 2 anche della scuola in modo omogeneo su tutto il territorio della provincia di Grosseto", così termina la nota.