FDI. ‘Occorrono risposte celeri e immediate per imprese turistiche e balneari’

Fabrizio Rossi: "I balneari della costa maremmana aspettano risposte urgenti".

Grosseto: "Nonostante la stagione estiva sia ormai imminente, - dice Fabrizio Rossi, portavoce provinciale FdI  - nel decreto ‘Cura Italia’ non trovano spazio le imprese turistico-ricettive e in particolare quelle balneari. Un settore, quello turistico, tra i fondamentali per l'economia italiana, che con le sue migliaia di imprese sparse in tutto il nostro Paese, avrebbe sicuramente meritato una normativa economica rivolta al loro rilancio, già in condizioni di normale svolgimento dell'attività. Invece prendiamo atto che, ancora una volta, queste categorie sono state dimenticate dal governo Conte”.

“Non basterà riaprire le attività o la produzione nei prossimi mesi, - spiega Rossi - poiché il rischio reale è che vi sia assenza di turismo non solo da parte dei nostri connazionali, ma soprattutto dei turisti provenienti dall'estero, che impossibilitati a partire, vista la situazione che si va profilando attualmente anche negli altri paesi europei ed extra europei, certamente diserteranno le nostre spiagge e i nostri mari”. 

“Inoltre, - prosegue l’esponente del partito della Meloni - reputiamo insufficienti i decreti e i sostegni paventati, soltanto ‘a parole’, poiché le imprese del settore turistico e comunque quelle legate alla stagionalità hanno bisogno non di indebitarsi ulteriormente, bensì di abbattere le spese (cioè pagare meno tasse), a causa dell'emergenza sanitaria che farà venir meno sensibilmente i fatturati”.

“E' facile ipotizzare, - commenta Rossi - che la semplice riapertura stagionale non andrà di pari passo con le prescrizioni nazionali che tutelano la salute pubblica. Le esigenze sanitarie delle persone debbono assolutamente prevalere su quelle di carattere economico, ma se c'è un settore che rischia di pagare un prezzo altissimo, è proprio quello legato al turismo balneare”. 
“Gli operatori del settore turistico,  - prosegue Fabrizio Rossi - che in questo momento vivono una profonda incertezza, perdendo già attualmente la possibilità di aprire per la Pasqua e quasi sicuramente per tutte le altre festività laiche del mese aprile, hanno bisogno di proposte concrete che vadano ad alleviare il peso fiscale che anche già prima della pandemia, era insopportabile”. 

“La normativa, attualmente vigente, (art. 03 comma 1 lett. c) D.L. 5 ottobre 1993, così come modificato dalla legge 296\2006 art. 1 comma 251), - spiega il portavoce di FdI - prevede già la riduzione del canone demaniale marittimo nella misura del 50 per cento, in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione, previo accertamento da parte delle competenti autorità marittime di zona”.

“Come è noto, - dice Rossi - il canone demaniale per legge (art. 12 bis del D.L. 24 aprile 2014 nr. 66), va pagato entro il 15 settembre di ogni anno, ma invitiamo la Regione Toscana non a ridurre il canone demaniale, ma a sopprimerlo per questo anno. Questo è l'aiuto concreto che gli operatori si attendono”. 

“Fratelli d'Italia, tra le altre misure che sono oggetto di studio, - prosegue Fabrizio Rossi –  depositerà tramite i nostri parlamentari alla Camera dei Deputati una serie di emendamenti al ‘Decreto Cura Italia’, quali la sospensione degli affitti per gli immobili adibiti ad uso turistico-ricettivo fino ad emergenza conclusa, la cancellazione dei canoni demaniali marittimi per tutto il 2020 dovuti dai balneari, la riduzione dei massimali dell'imposta di soggiorno in tutta Italia, si farà promotrice anche in consiglio regionale di queste e analoghe iniziative volte a ridurre la pressione fiscale sulle categorie più colpite dall'emergenza covid-19". 

“Chiederemo anche al governo, e nello specifico al ministro Franceschini la cui delega al turismo non sembra ancora aver sortito effetti, - conclude l’esponente di FdI - di prendere in considerazione le nostre proposte, o quantomeno di inserirle all'interno del nuovo DL in arrivo, cosiddetto 'Decreto Aprile'".