Follonica verso il ballottaggio

“La riflessione di Andrea Benini dopo l'ufficialità del rinvio del ballottaggio”. Follonica: "Ed ora stiamo a casa. Interrotta bruscamente questa campagna elettorale, arrivata la sacrosanta decisione di rinviare il ballottaggio, c’è la grande preoccupazione per una città che continua a non avere un governo operativo, per le attività costrette a chiudere e tutte le difficoltà e le sofferenze che ne conseguono.

Ma è il momento di fermarsi. Passerò questi giorni godendomi la mia famiglia. Cercherò di leggere i libri che non ho ancora letto, impolverati sopra le librerie o sui comodini. Rileggere quelli che mi hanno dato gioia, pensiero, emozione. Proverò a scoprire che musica si nasconde dentro quelle diavolo di cuffiette bianche negli orecchi di mio figlio, provando a convincermi che la trap che ascolta Michele, da Shiva a Tha Supreme, non sia frutto del trauma che gli ho procurato quella sera d’agosto quando andammo prima al concerto di Myss Keta al parco centrale e poi alla premiazione del torneo di Burraco al bocciodromo in via Palermo (giuro, è vero).

Sfiderò, uno di questi giorni, la catasta di fogli, documenti e cartelle sopra la scrivania in soggiorno; sì, metterò le mani su quell’accumulo radioattivo di vecchi fogli, inutili fotocopie, stantie pubblicità delle offerte del supermercato, giornali ingialliti, l’immancabile catalogo ancora incelofanato di mondo convenienza… sforzandomi di fare ordine, o forse sarà più divertente mettere in disordine, riprendendo in mano ciascuno di quegli oggetti, provando a ricordarsi le ragioni di quel foglietto di appunti, scritti a mano, magari per fissare le riflessioni di un film appena visto o in preparazione di un importante incontro in Comune. Recuperando i vecchi biglietti del cinema o alcuni libri rimasti fatalmente incastrati in questa sconsiderata stratificazione di memorie. Sui vecchi biglietti dello stadio, penso che stenderò un velo pietoso, non rimanderanno quasi mai a bei ricordi (come l’ultimo biglietto di Maratona, di qualche settimana fa, con l’Atalanta, brutta storia!). 

E comunque farò la cosa più utile di tutte, mi riapproprierò del mio, del nostro, tempo, dei tempi vuoti, riscoprendo perfino la splendida sconosciuta dimensione della noia, che può davvero essere ‘la possibilità dell’altrove’. E’ il tempo di fermarsi, è il tempo delle rinunce piccole e grandi, delle incertezze e delle paure, ma anche delle riscoperte e delle opportunità. È il tempo in cui daremo la dimostrazione di essere una grande comunità, che non riuscirà ad abbracciarsi fisicamente ma lo farà affermando il profondo senso di corresponsabilità, stringendosi insieme in questo momento di massima vulnerabilità. È ciò che è necessario fare per superare questa emergenza il prima possibile. E ripartire insieme. Perché davvero ‘andrà tutto bene’.

Infine, tre cose. Io ci sono . Sui social, al telefono mi trovate sempre. Un pensiero grato a chi a casa non può restarci. Non ci possiamo dimenticare di loro, di chi lavora con straordinario impegno e competenza nei nostri presidi sanitari, chi lavora nei supermercati o chi trasporta le merci, nelle farmacia o nei comuni o in alcune aziende del nostro Paese. E poi un piccolissimo regalo, le parole delicate di Mariangela Gualtieri su una rivista che si chiama Doppio Zero. Perché il poeta, come scrive Michele Serra, usa la parola come il virologo il microscopio, mette a fuoco l’invisibile".