‘Oggi parliamo di…': challenge social

Rubrica settimanale di approfondimento culturale, storico, educazione civica, scuola e attualità. di Simonetta Baccetti Inizio questo articolo con il fare a tutti i lettori, gli auguri di una Serena Pasqua, per un futuro all’insegna della libertà. Proprio perchè il futuro è importante e  i giovani  sono il nostro futuro, voglio accendere l’attenzione sulle   cosiddette “sfide o challenge social”, quelle pericolose, estreme,  sempre più diffuse sul web.

Il dato allarmante è che “queste “sfide” stanno coinvolgendo sempre di più bambini e  adolescenti. Gli esperti ci dicono che  la diffusione  e  la natura di queste sfide è supportata da nuove dinamiche; in primis per il fatto che vi è un enorme pubblico,  una ricerca costante di visibilità tramite “like” o commenti, i contenuti delle sfide spesso diventano virali e  il rischio di  emulazione diventa un forte fattore. Apparire, impressionare e partecipare, diventa un modo  per rinforzare il senso di appartenenza ad un determinato gruppo.

computer grafico statistiche lavoro.jpegQuando si parla di challenge estreme si fa riferimento alle sfide in cui l’obiettivo è  compiere atti di “coraggio”, dove chi partecipa arriva a mettere a rischio la propria vita, (ricordiamo a  tutti il fenomeno Blue Whale) una sfida per portare ragazzi e ragazze  a compiere atti di autolesionismo, azioni pericolose come ad esempio sporgersi da palazzi, oppure la “carsurfing Challenge” che prevede di salire sul tetto di una macchina, restarvi  in equilibrio anche dopo che la macchina è partita, solo per citarne alcuni.

Con la pandemia Covid-19 è cresciuta ancora di più l’esposizione a possibili rischi online, in funzione del fatto che si è ampliato l’uso di ambienti online, ambienti che hanno colmato molti  bisogni dei giovani, sottoposti a privazioni sociali.

Gli esperti danno dei consigli utili per le famiglie, come stabilire regole  sulla condivisione delle attività sui social e sui tempi di utilizzo, la corretta  gestione della propria identità online, evitare di trovarsi coinvolti in situazioni rischiose, e ciò che sicuramente fa la differenza è  il rapporto con i genitori, importante è per i figli sapere che se si ritrovano in una brutta situazione, possono chiedere aiuto.

L’argomento è arduo, complicato, non può essere affrontato in un semplice articolo, ma dobbiamo avere la consapevolezza , che oggi più che mai,  l’attenzione per questo argomento è doveroso, monitorare, controllare, (e a volte non basta), per proteggere i nostri giovani dai possibili rischi delle sfide social.

La morte della bambina di Palermo il 21 gennaio di questo anno, per aver partecipato ad una sfida di resistenza sui social media, ha acceso ancora di più l’attenzione sull’uso dei social e di internet in generale. Concludo asserendo, che se da una parte abbiamo la consapevolezza di vivere nell’era di internet, dall’altra dobbiamo anche renderci conto che questo nuovo mondo va “educato” e  la parola d’ordine è attenzione,  la presenza negli ambienti digitali, di bambini e bambine  di età under 10, amplia la criticità del problema ed è proprio qui che il ruolo degli adulti, della società e delle istituzioni deve farsi sentire sia sotto l’aspetto educativo, di controllo e di tutela.

Buona Pasqua a tutti