‘Oggi parliamo di...’: stare bene a scuola

Rubrica settimanale di approfondimento culturale, storico, educazione civica, scuola e attualità. di Simonetta Baccetti

La società è in continua e rapida trasformazione, la scuola si trova ad affrontare continui cambiamenti  formativi, per questo che  imparare a co-costruire un clima di fiducia, a saper  motivare all’apprendimento, creare un ambiente di benessere, diventano requisiti fondamentali per il comparto scuola. Famiglia e scuola,  sono le  principali agenzie di formazione e di socializzazione dell’individuo, dove si sviluppano  benessere fisico, psicologico, relazionale, delle nostre future generazioni. La scuola non è solo il  luogo in cui avviene una trasmissione di  nozioni, è anche un luogo di vita, dove si impara la convivenza civile, a relazionarsi con coetanei e  adulti. La scuola, un luogo dove  “ lo stare bene” diventa un requisito fondamentale.

rubrica baccetti.jpgAd approfondire questo argomento è la Maestra Gabriella Cucci , maestra di lungo corso, che ci spiega: “Nonostante il cambiamento in atto, un aspetto scolastico che rimane costante, per chi si occupa dello sviluppo dei nostri alunni, è tenere presenti la sfera affettiva ed emotiva individuale dell’allievo che converge nei sentimenti, istinti, emozioni, interessi motivazioni dell’agire. Non c’è programmazione che tenga, la parte essenziale, oltre a progettare e realizzare un percorso educativo didattico, occorre tener presente la finalità principale e dominanti.

Come cita Piaget: “Non esiste un’azione puramente intellettuale e nemmeno puramente affettiva “per apprendere ed acquisire “intervengono entrambi elementi, giacché l’uno suppone l’altro “.

Purtroppo sempre di più nella scuola s’intende trascurare gli aspetti emotivi a tutto vantaggio dell’aspetto puramente cognitivo, dell’apprendere.  Noi italiani siamo lontani dagli esempi educativi elaborati dalla cultura anglosassone, americana, dato che dobbiamo fare i conti come siamo culturalmente nell’interagire. Vogliamo formare individui psicologicamente “sani”, equilibrati, per questo il docente si trova, comunque e sempre al centro, il fulcro dove ruota il compito educativo, colui che offre un ambiente positivo per star bene e insieme a scuola;    su questo principio si basa l’educazione, su questo principio la scuola ha l’obbligo di gettare le fondamenta per la formazione dell’uomo e del cittadino di domani. Valutando le varie teorie, acquisite ampiamente durante gli studi e la formazione professionale, sappiamo che nei bambini dai tre ai sei anni, così come in tutto l’arco della scuola, gli alunni necessitano di adulti a loro “significativi”, nel quale identificarsi come modelli di guida a cui ispirarsi come aiuto, come appoggio. L’insegnante è consapevole che il vissuto familiare dell’allievo è diverso da quello scolastico, per questo è doveroso sia d’esempio di vita, uno stimolo in grado di dare al progetto educativo, a cui è chiamato ad attuare, consistenza e fascino. Noi docenti, interessati a trasmettere insegnamenti possiamo facilitare questa finalità creando un atmosfera empatica sull’individuo, sul gruppo classe; ovvero l’insegnante deve avere “dimestichezza “con strategie tecniche varie, tipo circle-time, da attingere a secondo lo scenario che si presenta nel gruppo.

Citando Thomas Merton: “Provate ad essere come bambini, non fate le cose perché sono assolutamente necessarie, ma liberamente e per amore (passione). Tutte le regole diventano una specie di gioco”.

Avrei tanto da dire sull’argomento, per esperienza vissuta, ma per motivi di spazio, oggi dirò solo questo: se si riesce ad attuare nel modo d’insegnare, di comunicare una dimensione ludica, se si riesce a “riscaldare” l’atto educativo , a comportarsi in un modo di freschezza tipica dell’infanzia , ovvero riuscire a mantenere una parte naturale spontanea che faccia riaffiorare, in noi adulti, l’aspetto giocoso che permette di trasmettere un contatto di fiducia; l’insegnante non sviluppa un sapere esattamente ripetibile e completamente controllato , ma dona un accumulo di esperienze , di riflessioni  un sapere connesso con le sue doti personali, che favorisce lo stare bene insieme e imparare contenti, è tanto gratificante per un insegnante entrare in una classe e sentirsi dire: “Buongiorno maestra…e oggi cosa facciamo di bello?!”

Ringraziando la Maestra Gabriella per il suo contributo, concludo con una frase di Platone: "Evitate le costrizioni e fate in modo che l’istruzione infantile sia un modo per divertirsi. I bambini imparano giocando, l’istruzione imposta non resta nell’anima".