‘La prossima settimana...’:  W l’Italia, come avrei finito Italia-Spagna

di Raffaello Milani Ultimo rigore Jorginho s’incammina verso il dischetto, Mancini cammina nervosamente dietro la schiera dei giocatori della panchina che assistono al tiro.

Da poco Morata ha fallito il quarto rigore, Luis Enrique guarda a terra, confidando nelle capacità di Unai Simon, il suo portiere, spera che ipnotizzi il giocatore italiano, spera che il prossimo rigorista iberico faccia gol e si vada ad oltranza… Sono attimi lunghi, lunghissimi, interminabili, chissà cosa riserverà la sorte… Parte la rincorsa del numero 8 azzurro, saltino e tiro lento ….. lentissimo ma preciso che spiazza Unai Simo! La semifinale a Wembley è nostra. Italia esulta immensamente, felicemente tutti i giocatori saltano si abbracciano corrono verso Jorginho è fatta siamo arrivati in fondo. La Spagna vede i suoi giocatori affranti cupi, piegati sulle ginocchia, chi piange chi consola i compagni, e Luis Enrique testa china, gira tra i suoi consolandoli e ringraziandoli per la bella prestazione, sono giovani avranno molto altro tempo per riprendersi dalla delusione e vincere molto.

mancini ct nazionale calcio.pngCi sono le interviste ad un felicissimo Mancio, che pur ammettendo la superiorità spagnola riconosce i pregi di una partita gagliarda e di sofferenza dei suoi ragazzi. Luis Enrique è sereno e parla così: "Non è una notte triste, questo è lo sport ad alti livelli. Quando sei un professionista devi saper vincere ma anche saper perdere. Il nostro avversario ha fatto tante cose buone e bisogna fargli i complimenti, noi usciamo con la consapevolezza di essere tra i migliori. Ho goduto di una gara d'intensità bestiale, tra le più belle del torneo. Ora in finale tiferò per l'Italia". Parole che non ti aspetti, specie dall’allenatore perdente, parole pesanti ma che a mio avviso sono specchio di un grande uomo. Luis Enrique che si è fermato per assistere la piccola Xana di 9 anni affetta da un bruttissimo tumore che purtroppo non le ha dato scampo, che ha messo avanti a tutto quel piccolo cuore che lentamente smetteva di battere sconfitta dal brutto male, un padre che l’ha voluta a sedere sulla coppa dalle grandi orecchie appena conquistata e che lo ha ricambiato con un sorriso fantastico, e lui se le godeva con un immenso dolore nel cuore… Lui che sull’1 a 1 scherzava con Chiesa che poco prima aveva siglato il gol del vantaggio azzurro facendogli fare una sana risata… solo lui poteva dire certe cose, poteva elevarsi sopra il resto… E ora il mio sogno prende corpo, davanti ai giocatori spagnoli affranti Chiellini, il nostro capitano, riunisce tutti in cerchio, mister e panchinari compresi… sa bene cosa il buon Luis ha passato e cosa un grande campione come lui ha dato al calcio, sa bene che gli avversari sono stati evidentemente superiori giocando meglio ma senza staccare il biglietto per Wembley.

Sa bene che farà una proposta indecente ma lui ci prova: portare in trionfo il mister avversario in segno di grande rispetto e stima che tutti hanno per Luis Enrique. Tutti sono d’accordo, si va e informati gli avversari via verso il buon Luis che tutto si aspetta meno che un atto del genere proveniente dagli avversari… Luis vola per aria tra gli applausi dei suoi giocatori, dei tifosi sugli spalti di Mancini di Vialli di Oriali, di tutti. Quando tutto è finito Luis sempre con quel sorriso che mai lo ha abbandonato neanche nei momenti peggiori ma con due lacrime agli occhi ringrazia che gli ha riconosciuto un grande valore soprattutto umano. Questo fa parte della vita di quel bel gioco che è il calcio…

Vediamo ora cosa succederà la Prossima settimana!

Domani c’è la finale, c’è domenica 11 Luglio ore 21 a Wembley, ci sono gli inglesi, ci sono 60 mila persone che sperano nella vittoria della propria squadra, ci sono speranze, c’è il covid, le mascherine, i vaccini c’è tutto ma soprattutto c’è il pallone da mandare nella rete avversaria una volta più degli altri. Ma ci sono anche i Luis Enrique che nonostante i drammi della vita si armano di quel sorriso che gli da una forza incredibile e vincono, forse non nel risultato ma di sicuro nella vita che è l’ambito più importante.

Il sorriso di Xana gli abbracci al padre, gli occhi del papà pieni di lacrime, tutto fa parte di quello che la vita ti riserva come grande regalo che, se non ripetibili sono e rimangono indelebili. Sognare non costa nulla (per ora…. poi chissà...) e il mio sogno fino ad oggi è quello che ho descritto, irrealizzabile? possibile? Chissà se si realizzerà, mi voglio illudere che sia possibile e che la vera anima del correre dietro ad un pallone sia di nuovo questo e non quella legata all’ingaggio più alto. Giocatori giovani che a 21 anni già viaggiano con lauti guadagni da 12 milioni di euro a stagione, che girano in Ferrari, Lamborghini o altro… no meglio un abbraccio di un padre ad una figlia … Luis Enrique esempio di vita, altri … solo chiacchiere e distintivo

Buona settimana e al prossimo evento, intanto aspetto i vostri commenti.