‘La prossima settimana...': insegnare. Un compito assolto bene?

‘La prossima settimana...' rubrica di cronaca, attualità e molto altro, sui fatti salienti di questa settimana. di Raffaello Milani Uno dei tanti fatti che ha caratterizzato la settimana in corso, è stato quello sulle farneticanti, spropositate, becere, e chi più ne ha più ne metta, offese che sono piovute via streaming, sulla testa dell’Onorevole Giorgia Meloni.

giorgia meloni fdi.jpgLa cosa grave, a parte quello di essere state rivolte oltre che ad un esponente politico, a una donna, che poi ha acuito l’intensità del fatto, è che le offese sono partite da un professore universitario. Qui si apre davvero un mondo, poiché l’insegnamento è la base formativa dei futuri cittadini ed elettori italiani, e non solo. La formazione culturale, secondo il mio parere, che uno studente dovrebbe ricevere, deve essere avulsa e super partes, scevra da ogni ideologia e da ogni inclinazione verso qualsiasi partito, ideologia, tendenza o religione. Ma capisco bene che chi insegna ha, comunque sia, una propria convinzione e una benché minima inflessione, quindi, viene trasmessa. Ciò è sia fisiologico, sia naturale. Diventa invece innaturale e faziosa, quando l’insegnante instilla forzatamente e volutamente verso gli allievi quella che per lei, o lui, è la sola giusta e valida verità da essere così universalmente perseguita.

Mi capita purtroppo, tante volte di leggere sui social che alcuni maestri/insegnanti/professori della scuola pubblica, e di questo si vantano, e se non la pensi come loro, parte per direttissima l’etichetta di “fascista” qualunque affezione politica tu abbia. Tornando a bomba sulle offese all’Onorevole Meloni, quel docente, di storia per giunta, e i suoi interlocutori, anch’essi collegati e per nulla stupiti di tanti sproloqui, sono espressione di come l’essere umano alle volte si sopravvaluti e si ritenga “intoccabile” tanto da arrogarsi la possibilità di dire tutto su tutti e a tutti.

radio star grosseto (6).jpgLa gravità è ulteriormente accentuata, se poi è rivolta a una donna. Segno quest’ultimo, d’impenitente maschilismo e sfrontata arroganza. Infatti, è forse più giusto dire che la signora in questione abbia letto e si sia documentata, oppure, più propriamente, abbia studiato la materia ma ciò non vale, è come se il docente in quanto tale sia l’unico autorizzato a interloquire. Oggi non basta essere professori o avere una laurea per far funzionare il cervello. Certo è, che se uno è laureato, e fa funzionare cervello e buon senso, avremo di sicuro elucubrazioni migliori rispetto a quelle enunciate in quella diretta streaming. Questo fatto, inoltre, è solo l’apice di quanto succede, e non soltanto nei confronti delle donne. Come caso rappresentativo è stato quello relativo alle offese rivolte al ministro Azzolina, che seppur a mio parere poco adatta a fare il ministro di un settore delicato come la scuola, è stata fatta oggetto delle più insulse e abominevoli illazioni e palesi insulti alla persona. Atteggiamenti, che sono diventati quasi “di moda”, e in target ai vari heaters sparsi per il variegato e anomalo mondo dei social.

Proprio questo mondo, nel bene e nel male, diventa lo spartiacque tra il reale e l’assurdo, dove leggi addirittura di persone che usano le offese su l’una, per giustificare le offese sull’altra, archiviando il tutto con “chi semina vento raccoglie tempesta”. Ma poi, se il soggetto cambia e sono loro stessi a ricevere dei sonori “vaffa”, allora si alterano e s’indignano.

social-media.jpgAncora più assurdo diventa quando questi sproloqui escono dalla tastiera di altre donne, che sono prontissime a stracciarsi le vesti se l’offesa è una del proprio credo politico. Ma vagano nell’etere come fluenti nuvole, quando c’è da dare solidarietà alle stesse donne ma di credo opposto. La stranezza del genere umano è questa. Tornando alla scuola, che oggi è afflitta da una moltitudine di covid19, forse davvero incurabili, sentire che una seppur piccola parte dei docenti tenga atteggiamenti del genere fa capire bene che il malato è gravissimo e, purtroppo, il medico è ben lontano dall’arrivare. Anzi non l’hanno neanche avvisato. Dovrebbero essere proprio loro che, avendo una visione diretta e dall’interno, sono i più adatti a suggerire le terapie riabilitative o almeno proporre una loro medicina al di fuori da qualsiasi inclinazione o scelta fatta. Tempo fa, feci delle mie rimostranze a una docente, che sui social “insegnava” quale era, secondo lei, la verità assoluta. L’unica risposta che ebbi fu un esilarante: “Ti riserverò un banchino nella mia classe…”. Ecco, questi sono gli atteggiamenti che vi fregano cari “professori/maestri/insegnanti” e che, a mio parere sono inaccettabili.

libri scuola.jpgVediamo ora cosa succederà la Prossima settimana!

La prima cosa che potrebbe portare a un cambiamento sostanziale nell’atteggiamento e nell’utilità dell’offesa, è rendersi conto di chi siamo noi per giudicare, e come sono e cosa pensano gli altri. Per fare ciò l’unico sistema che abbiamo, è imparare cosa sia il rispetto, quale peso abbia la cultura e, a mio parere, come possiamo imparare a valutare ciò che esce dalla nostra bocca. Il primo elemento che ci permette tutto questo, è senza dubbio quello di una scuola migliore dove t’insegnano a vivere la vita vera, a capire la consistenza degli ideali e la loro applicabilità al mondo odierno. Chi meglio di chi insegna può fare questo: nessuno!!! Quindi, è innegabile che atteggiamenti come quelli di quel professore di storia devono essere banditi da ogni scuola di ordine e grado. Ci sono moltissimi docenti che, invece, insegnano scevri da qualsiasi velleità. Ebbene è su di loro che l’istruzione dovrà focalizzarsi, è su di loro che dovrà costruire la propria squadra vincente. Ci sarà tempo per chi esce dalla scuola/università per farsi le proprie convinzioni e per elaborarle personalmente senza bisogno che qualcuno gliele orienti. Per coloro che ritengono, invece, di farsi scudo della professione per essere autorizzati a insozzare le menti future con le varie ideologie, sarebbe bene che siano poste in essere tutte le azioni, affinchè ci possano ragionare tanto da fargli capire qual è l’entità del danno che stanno facendo. Saranno in grado i governi futuri di fare quella che sarebbe la “vera riforma” della scuola; da più parti invocata, ma che si è sempre risolta in un calcistico nulla di fatto? Sarà possibile un giorno poter dire: “Bene… stavolta la scuola ha vinto con un secco 3 a 0? Io da buon ottimista spero di sì, e sto alla finestra ad aspettare… perderò il mio tempo?

Buona settimana e al prossimo evento, intanto aspetto i vostri commenti.