'La politica vista dai giovani': ... la città abbandonata

di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici all' appuntamento odierno con "La politica vista dai giovani". Quest'oggi daremo un'occhiata alla politica internazionale, e più nello specifico, alla terribile situazione che continua ad andare avanti da anni ad Hong Kong.

Come sappiamo, Hong Kong ottiene l'indipendenza dall'ormai dissolto Impero Britannico nel 1997, con un accordo bilaterale tra il suddetto e la Repubblica Popolare Cinese. Il patto prevedeva un trattamento diverso riservato alla città di Hong Kong e ai suoi abitanti, in virtù del fatto che fino a quel momento avevano vissuto, seppur come colonia, in piena libertà. Chiaramente uno degli altri motivi per tutelare i diritti dell'isola era legato agli interessi economici che il Regno Unito e gli altri paesi occidentali avevano ottenuto durante il periodo coloniale. Un altro fattore importante da prendere in considerazione era il peso della Repubblica Popolare Cinese, che 24 anni fa non era assolutamente la super-potenza odierna, e che quindi anche in tali negoziazioni non poteva godere del peso diplomatico di cui gode al giorno d'oggi. Così, con la cessione dell'isola, inizia il lento processo di integrazione da parte dei comunisti cinesi.

Integrazione silenziosa fino al 2019, quando in piena violazione del trattato che regolava i rapporti "Pechino-Hong Kong", la Cina decide di passare la legge per l'estradizione verso il territorio continentale. La reazione dei cittadini la conosciamo, in quanto iniziarono subito le proteste verso questa decisione. Le proteste sono andate avanti, così come le misure repressive adottate dal governo. Manifestanti arrestati, leader di opposizione mandati in esilio, queste sono solo alcune delle misure terribili adottate dai comunisti cinesi. E nelle scorse settimane hanno abbattuto un altro baluardo della libertà e della democrazia hongkonghese.

L'ultima testata giornalistica indipendente, libera e pro-democrazia, l'Apple Daily, è stata costretta a chiudere. Il governo cinese ha fatto arrestare il direttore ed i suoi giornalisti di punta e con un ingiunzione hanno congelato il patrimonio della testata, lasciandoli quindi senza una guida e senza fondi per potersi sostentare. Il 25 di giugno il giornale ha pubblicato la sua ultima stampa. È un duro colpo per le speranze di libertà dell'isola. E tutto questo senza che l'occidente dica nulla. Dovremmo difendere la libertà di tutti, specialmente verso i regimi autoritari come quello comunista della Cina. E invece ci ritroviamo delle persone, dei politici di professione, e soprattutto di una certa parte politica, che lodano la Cina e tessono relazioni politicamente proficue con quel paese.

Queste persone negano l'evidenza, negano tutte le crudeltà attuate dal regime di Pechino verso la propria popolazione, verso le minoranze, non curandosi affatto dei diritti umani e dei trattati stipulati, come stanno facendo nei confronti di Hong Kong. Forse questi leader vorrebbero vedere l'Italia in ginocchio davanti ai padroni cinesi, vorrebbero vedere un sistema liberticida instaurato anche qua. O forse soffrono seriamente di cecità e non riescono effettivamente a vedere quello che sta succedendo in Cina.

Anche l'appuntamento di oggi termina, ci vediamo tra due settimane con "La politica vista dai giovani". Vi aspetto!