L'inflazione potrebbe ridimensionare i consumi di Natale

“Sono molti i fattori di incertezza che pesano sui consumi di Natale. Mai come quest’anno sarà difficile fare previsioni sull’andamento delle vendite”. Firenze: Lo sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, che spiega “inflazione e aumento dei prezzi, carenza di materie prime e difficoltà di approvvigionamento di alcuni prodotti, poi le possibili nuove restrizioni anti Covid e i timori legati al futuro dell’occupazione: sono tutti elementi che incidono profondamente nella propensione agli acquisti delle famiglie toscane, anche dal punto di vista psicologico oltre che materiale.

Il nostro ufficio studi teme una perdita di almeno 200 milioni di euro di consumi in Toscana, 3 miliardi a livello nazionale.” “La stagione era partita bene, con buone prospettive di ripresa per le aziende e di crescita per i consumi, ora però i dati sull’inflazione, peggiori di quanto potessimo pensare, ci mettono in allarme – prosegue Marinoni - le stime Istat indicano un aumento mensile dello 0,7% e annuo del 3,8%, il più forte da tredici anni a questa parte. Una situazione i cui effetti sono purtroppo destinati a durare oltre il breve periodo”.

A crescere sono soprattutto i prezzi dell'energia (da +24,9% di ottobre a +30,7% a novembre), ma anche quelli degli alimentari e dei servizi di trasporto, secondo le stime preliminari Istat, cominciano a evidenziare tensioni. Il timore di Confcommercio Toscana è che ne escano compromesse le vendite di dicembre, solitamente le più brillanti dell’intero anno, sulle quali gli imprenditori contavano per mettere la parola fine all’incubo Covid: “nel terzo trimestre avevamo visto una ripresa decisa dei consumi, benché nelle famiglie toscane permanga la tendenza al risparmio. Ma è chiaro che di fronte al pericolo di un ridimensionamento del reddito disponibile reale, la propensione ai consumi è destinata a scendere.

A soffrirne di più saranno i settori che sono già usciti con le ossa rotte dalla crisi scatenata dalla pandemia, come la moda, il turismo e in generale quanto è legato alla mobilità”. Già il Natale 2020 era stato al ribasso: “in pieno secondo lockdown, le nostre stime indicavano una spesa pro capite per i regali di 162 euro, due euro sotto la media nazionale e addirittura 13 euro in meno rispetto al Natale 2019, quando ogni toscano aveva speso circa 175 euro per fare doni – ricorda il direttore di Confcommercio Toscana – quest’anno contavamo su una piccola ripresa, visto che l’allentamento delle restrizioni anti-Covid ha dato nuovo impulso alla vita sociale. Le novità di questi giorni, unite al fatto che parte del budget per i regali è già stato speso in occasione dei ribassi del Black Friday, potrebbero però rimettere in discussione la nostra analisi”.

“In questo scenario così critico, è necessario proseguire con gli ammortizzatori sociali per permettere alle imprese di mantenere l’occupazione, poi occorre tagliare il più possibile le voci di costo che gravano sui bilanci. Bene, ad esempio, il taglio di Irap e Irpef, ma si tratta di misure ancora troppo contenute – dice Marinoni. “Manteniamo la fiducia sull’arrivo dei fondi del PNRR e di altre risorse che rafforzino, ad esempio le politiche formative e del lavoro. Ma è necessaria e urgente anche una nuova politica monetaria che metta al riparo le risorse delle famiglie e sostenga la crescita delle imprese. Nell’immediato, contiamo che il positivo proseguimento della campagna vaccinale possa frenare l’impatto delle nuove varianti, in modo che l’eventuale ricorso a nuove misure di contenimento sia ridotto al minimo e non impatti oltre sull’attività di aziende già stremate da troppi mesi di blocchi”.

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