Cia e Confagricoltura alla Fiera del Madonnino

"In vista della prossima Pac le Associazioni agricole devono cercare una sintesi comune intorno alle questioni". Grosseto: Il mondo agricolo è in difficoltà e dopo due anni di emergenza sanitaria le criticità sono via via andate aumentando.

Per questo oggi più che mai serve coesione tra le associazioni agricole per rafforzare gli intenti e il lavoro tra gli attori del settore, al fine di trovare i modelli necessari di sviluppo rispetto alle nuove sfide del mercato. E’ stato questo l’obiettivo principe del convegno, organizzato da Cia – Agricoltori Italiani e Confagricoltura che si è tenuto al Centro Fiere  di Grosseto in occasione di  due eventi concomitanti come l’anteprima Madonnino e il Game Fair Italia. L’evento ha visto la presenza dei massimi rappresentanti delle due Associazioni e il filo conduttura su cui si è dipanato il dibattito è stato incentrato sulle opportunità e le criticità legate alla Pac 2023 – 2027.

Ad aprire l’incontro, moderato da Carlo Sestini, il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, cui è seguito l’intervento del presidente nazionale di Confagricoltura e di Agrinsieme,  Massimiliano Giansanti a cui la Pac elaborata non piace e non lo nasconde. Anzi. “Quale imprenditore sarebbe felice se fatturasse di meno? - si chiede - E’ assolutamente significativo un taglio delle risorse del 15%. Adesso c’è molto da fare e c’è da costruire il piano strategico nazionale. Per questa ragione  bisogna avere coraggio, lungimiranza e credere nell’agricoltore e soprattuto nel suo futuro.” Secondo il presidente nazionale di Confagricoltura il nostro Paese ha assoluto bisogno di una grande agricoltura, e di una capacità produttiva pari all’autosufficienza, come l’emergenza Covid ha dimostrato. “Noi oggi - spiega - produciamo il 75% di quello che mangiamo. Pertanto dobbiamo essere capaci di produrre di più e accompagnare le nostre imprese sul mercato in maniera competitiva. Per far questo, nella costruzione del Piano strategico nazionale,  sono indispensabili  delle scelte ben precise e forti, a partire dal premiare gli imprenditori veri e l’agricoltura che produce e al contempo dare alle imprese la possibilità di misurarsi su mercati sempre più competitivi.” 

“Abbiamo perso tempo e oggi il nostro Paese non ha ancora un vero progetto per l’agricoltura - ha sottolineato il presidente regionale Cia-Toscana Luca Brunelli - Come Associazioni agricole dobbiamo dunque  lavorare insieme per far capire al Governo dove spostare le risorse che arriveranno che dovranno essere destinate a chi vive nelle aree rurali, a chi fa vivere le imprese e a chi contribuisce a tutelare il paesaggio. Basta con gli sprechi e con le rendite. Viviamo una Pac che è in ritardo di due anni e che oggi utilizza le regole vecchie con i soldi nuovi senza  considerare, per i esempio, le conseguenze derivanti dalla pandemia. Questa Pac - ha concluso Brunelli – sembra troppo indirizzata verso un concetto di impatto ambientale trascurando invece il ruolo che l’agricoltura ha in termini di sostenibilità e tutela dell’ambiente.” 

“E con orgoglio che oggi siamo a parlare insieme del futuro della nostra agricoltura perché i tempi stringono – ha detto nel suo intervento Claudio Capecchi presidente di Cia Grosseto –Sono sempre più convinto che dobbiamo  fare uno sforzo per trovare una sintesi comune intorno alle questioni se vogliamo tentare di rilanciare il nostro settore che dovrà affrontare i prossimi anni con la futura politica agricola. La nostra deve essere una voce unica perché dobbiamo ricordare che l’agricoltura italiana è diversa da quella europea, si diversifica anche da regione a regione e anche nelle stesse provincie. Per questo la Pac deve legare gli interventi alla produzione, alle attività e alle filiere che si approcciano al mercato. E’ dunque oggi più che mai necessario– ha concludo – trovare denominatori comuni per non consentire alla politica di fare delle scelte che non sono convenienti al mondo agricolo”.   

Anche il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi ha messo l’accento su una Pac con meno risorse e più burocrazia. “A livello locale   aggiunge - abbiamo tante zone marginali, purtroppo abbandonate, con il serio rischio che tutto ciò progredisca. Come agricoltori non possiamo solo piangerci addosso, ma essere attivi e alternativi, intercettando nuove risorse. Noi di Confagricoltura lo abbiamo fatto, mediante la creazione del polo dell’Agroalimentare toscano, attraverso il quale arriveremo a studiare metodi diversi, colture diverse e tradizionali, prodotte con costi minori e maggiori ricavi. Naturalmente non sono sfide facili. Noi ci siamo ed è questo che faremo.”