Il Presidente di Confartigianato Imprese Grosseto Giovanni Lamioni scrive a prefetto, sindaco e presidente della Regione

"Chiediamo che le aziende delle filiere dell’edilizia e dell’impiantistica vengano riaperte".

Grosseto: "Con la piena consapevolezza della drammatica emergenza che il Paese sta vivendo, - scrive Giovanni Lamioni rivolgendosi a prefetto e sindaco di Grosseto e al presidente della Regione Toscana - l’Associazione che rappresento, Confartigianato Imprese Grosseto, chiede il vostro impegno affinché prima possibile venga garantita la riapertura delle aziende dell’edilizia e dell’impiantistica della Provincia di Grosseto, senza ulteriori proroghe. Vi chiediamo di essere portavoce di queste istanze presso il Governo e le istituzioni nazionali".

edilizia costruzioni.jpg"Avevamo pensato che le nostre aziende potessero riaprire dal 14 aprile, - prosegue Giovanni Lamioni. Se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno, Vi chiediamo la disponibilità a promuovere la riapertura delle aziende dei comparti edile ed impiantistico prima della data ad oggi prevista del 4 maggio che appare molto lontana e foriera di ulteriori grandi difficoltà. Sarebbe auspicabile aprire prima. Il prolungarsi delle chiusure in questi settori porterà ad avere una percentuale altissima di aziende che non riapriranno o che si troveranno costrette a ridurre il personale. Chiediamo il Vostro impegno affinché davvero le aziende possano riaprire prima possibile con la data del 4 maggio 2020 come ultima data possibile, senza ulteriori proroghe.

Prima dell’emergenza economica vi è quella sanitaria ma, come diverse attività sono aperte perché ritenute essenziali, non si comprende perché non possano esserlo quelle dell’edilizia e dell’impiantistica che adottino i protocolli di sicurezza e distanza sociale previsti, visto che si tratta di comparti essenziali per il nostro territorio.

mare e ombrelloni.jpgLa crisi sanitaria sta provocando sull’economia della nostra Provincia gravi criticità. Le misure di contenimento introdotte per limitare la diffusione del Covid-19, hanno aggravato la già difficile situazione economica. Il blocco di numerose attività produttive per decreto, unito alla chiusura della gran parte delle attività commerciali e di quelle del settore turistico- ricettivo, hanno realizzato lo scenario peggiore possibile. L’uscita da questa fase dipenderà dai tempi di uscita dall'emergenza.

A rendere ancor più difficile questa situazione contribuisce in modo rilevante la chiusura delle aziende dei settori dell’edilizia e dell’impiantistica, che costituiscono la spina dorsale del nostro tessuto produttivo. Nel comparto dell’edilizia operano 3158 imprese con 9056 occupati, in quello dell’impiantistica 826 imprese e 2112 addetti. Prolungare il lockdown significa per queste imprese continuare a tenere chiusi i cantieri e non produrre pur continuando a sostenere i costi per le attrezzature e la sicurezza.

Significa perdere i clienti acquisiti e non poter trovare nuovi lavori. Questa condizione porterà , quando si aprirà la “Fase 2” presumibilmente dal 4 maggio, queste imprese ad ulteriori fermi indotti da questa fase di serrata e dalla mancanza di clienti. Il prolungarsi di questa situazione determinerà una crisi drammatica, con chiusure di aziende e la perdita di centinaia di posti di lavoro.

Per scongiurare l’aggravarsi di questa situazione Vi chiediamo l’impegno a definire dal 4 maggio un piano di aperture programmate delle attività produttive di questi comparti. Da parte delle imprese possiamo rappresentarVi il loro impegno a rispettare le rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale recentemente introdotte, i protocolli di sicurezza previsti e quelli che saranno emanati.

Gli obiettivi di sanità pubblica sono prioritari. La salute del personale per gli imprenditori viene prima di tutto e molte aziende si sono già adeguate al vigente “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

La nostra richiesta costituisce il grido di allarme di un tessuto produttivo che era già in difficoltà prima della pandemia; profondamente colpito dai decessi, solidale con i malati, con le famiglie delle vittime, con gli sforzi degli operatori sanitari. Imprenditori che, come tutti gli italiani, accettano una importante limitazione delle proprie libertà, ma che chiedono solo di provare a ripartire, nella tutela assoluta dei propri dipendenti per garantirgli un futuro già oggi pesantemente compromesso. Imprenditori che non vogliono assistere ad un finale con la scritta : “Chiuso per mancanza di futuro”.

Sperando di aver compiutamente rappresentato la situazione, Vi ringraziamo per il vostro impegno e per quello che potrete fare", conclude il Presidente di Confartigianato Imprese Grosseto Giovanni Lamioni.