Nautica, il grido di allarme di uno dei settori più colpiti dalla crisi Coronavirus

Grosseto: Il settore della nautica italiana, a seguito delle ultime disposizioni relative al contrasto dell’epidemia da Coronavirus, lancia un grido di allarme per le ripercussioni che si prospettano all’orizzonte su un settore che rappresenta uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy.Quali i rischi derivanti dalla sospensione delle attività produttive previste con l’ultimo Dpcm?

Stiamo parlando di un settore che attualmente presenta un fatturato globale (numeri riferiti al 2018) pari a 4,27 miliardi di euro, con un 10,3% in più rispetto all’anno precedente, e che da alcuni giorni ha obbligato a rimanere a casa non meno di centomila lavoratori appartenenti alla filiera, con lavori sospesi e mancati introiti quasi certi a causa del periodo sfortunato nella quale si è verificato il blocco totale.
Queste sono, difatti, le settimane nelle quali la produzione nautica viaggiava a ritmi spediti per poter garantire la maggior parte delle consegne estive, solitamente calendarizzate in un periodo compreso tra Aprile e Giugno; il rischio per l’intero settore della nautica italiana è quello di azzerare completamente i possibili introito.
In un contesto attuale simile non mancano le richieste arrivate sul tavolo del Premier Conte per richiedere una deroga che consenta, nel rispetto delle norme di sicurezza atte a scongiurare nuovi casi di contagio, la continuazione delle attività per evitare che un intero settore così strategico sprofondi nel baratro.

I dati del settore nautico pre-crisi da Coronavirus dimostravano l’ottimo stato di salute di quello che è a tutti gli effetti un’eccellenza tutta italiana e che ha conosciuto un incredibile sviluppo soprattutto negli ultimi 20 anni.
Gran parte del fatturato del settore nautico riguarda la cantieristica navale (quasi i due terzi del totale, con un fatturato vicino ai 3 miliardi di euro), seguito dalla produzione e vendita di accessori (passerelle, plancette di poppa, mezzi marinai, ancore, ganci a scocco, salpacime) con una quota di circa il 27% e dalla produzione di motori per il rimanente 8%.
Un’eccellenza caratterizzata dalle grandi produzioni di superyacht, dove quasi la metà degli ordini viene effettuata verso cantieri tutti italiani, ma è tutto il settore dell’export internazionale che vedeva l’Italia in una posizione di privilegio e che aveva ormai eliminato le scorie della crisi economica del 2008.
Molto dipenderà dalle prossime settimane, certamente un blocco continuativo dell’attività produttiva per mesi renderà la cura peggiore della malattia stessa; è quindi da augurarsi una presa di posizione per risollevare prontamente un settore così strategico.

Settore nautico, l’allarme dell’imprenditore maremmano

Per quanto riguarda il territorio maremmano, molte aziende e cantieri della costa sono ovviamente bloccate nella loro attività quotidiana, anche le attività affiliate al settore nautico e che realizzano la componentistica necessaria per imbarcazioni di ogni genere.
E’ il caso della ditta Black Sail di Grosseto, che realizza quotidianamente articoli ed accessori personalizzabili per il settore nautico (passerelle, scalette e molto altro).

Il titolare Andrea Scaletta ci conferma la difficoltà del momento: “A causa dell’emergenza sanitaria la ditta è stata obbligata a chiudere e siamo tutti a casa, ci siamo limitati solo alla spedizione di alcuni lavori ormai terminati e che comunque possiamo regolarmente consegnare con spedizioni in tutta Italia. Ritengo che comunque ci sia molta confusione sull’interpretazione della normativa, poiché da una parte si legge che dobbiamo rimanere a casa, dall’altra che le forme di commercio online possono continuare con la loro attività nel rispetto delle norme di sicurezza, e noi effettivamente abbiamo nell’online la maggior parte del nostro lavoro”.
Scaletta lancia anche un monito per salvaguardare l’intero settore nautico:
“Da quanto sappiamo tutto il settore è bloccato, sia grandi cantieri, sia le aziende che producono motori per la nautica, oltre che i porti… ovviamente anche la domanda di forniture per la nautica ed imbarcazioni è pressochè a zero, considerando che nessuno può andare in barca, allo stato attuale, e non si ha ancora nessuna certezza sulle tempistiche per un effettivo ritorno alla normalità. Anche le Fiere di promozione internazionale, dove molti esponenti del settore nautico italiano erano tra i protagonisti annunciati, hanno avuto spostamenti ai prossimi mesi o sono proprio state cancellate.
Purtroppo comprendiamo che in questi giorni si deve fare tutto il possibile per porre un freno all’emergenza sanitaria, ma riteniamo che sia necessario a breve cercare di trovare una soluzione per non lasciare l’intero settore a terra; il rischio è che l’intera produzione debba fermarsi fino al prossimo anno, e per molte famiglie questa è l’unica possibilità di introito per andare avanti”.