Diritti: Garante infanzia e adolescenza, la dignità umana fondamento di libertà, giustizia e pace

Camilla Bianchi, in vista del 72esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, richiama la necessità di riaffermare i diritti fondamentali e inalienabili della persona per coltivare la speranza di un mondo più giusto e solidale.di Luca MartinelliFirenze: “In quest’epoca di tensioni politiche, sociali ed economiche, aggravate dal senso di paura e incertezza causato dalla pandemia da Covid-19, si fa ancora più attuale riaffermare il duplice imperativo, etico e giuridico, del rispetto della pari dignità della persona senza distinzione di sesso, di razza, di nazionalità, di credo politico o religioso”.

Lo afferma la Garante per l'infanzia e l'adolescenza, Camilla Bianchi, in occasione del 72° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, le cui celebrazioni si terranno domani, 10 dicembre. Fu infatti il 10 dicembre 1948 che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella sessione che si svolse al Palais de Chaillot di Parigi, adottò e proclamò la Dichiarazione, ponendo per la prima volta le basi di quel complesso sistema giuridico di protezione dei diritti fondamentali della persona a livello universale.

Bianchi ricorda che “è nella seconda metà del Novecento, dopo che le più efferate barbarie contro la libertà e dignità della persona sono state compiute, che l’idea dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona si afferma con vigore, inducendo anche la comunità internazionale ad elaborare valide garanzie a presidio di quei diritti, affinché gli stessi non restino solo l’espressione di nobili princìpi, bensì divengano il paradigma fondante del costituendo ordinamento internazionale”.

In particolare, sottolinea la garante, “nella Dichiarazione si sostiene l’importanza di un sistema sovranazionale basato sui diritti umani come premessa imprescindibile per perseguire la pace e la sicurezza internazionali, lo sviluppo e la democrazia”. Vi si afferma, infatti, che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”.

La Dichiarazione, ricorda Bianchi, tratteggia l’affermazione di un comune sentire del genere umano, l’aspirazione e la visione condivisa di un mondo più giusto e solidale, nonché un insieme di principi universalmente accettati che informano in modo sempre più solido tutti gli aspetti delle relazioni umane, all’interno delle singole comunità e tra le nazioni.

“Stati, governo, popoli, donne e uomini, ragazze e ragazzi – conclude la garante – devono tendere e sentirsi obbligati verso la finalità suprema espressa dalla Dichiarazione Universale, per non dimenticare che essa è stata e continua ad essere, nella sua palpitante attualità, un atto di fede e di speranza nel destino dell'umanità”.