Toscana sostenibile: tutela ambientale, crescita demografica, sviluppo tecnologico

La comunicazione dell’assessore Vittorio Bugli sulla programmazione europea 2021-2027.Firenze: La programmazione europea 2021-2027 sarà un’opportunità di crescita sociale, economica, di sviluppo sostenibile e di integrazione che insieme ad investimenti su ricerca e innovazione si tradurrà in competitività del sistema produttivo regionale. Il volto della Toscana sostenibile è stato illustrato in Aula dall’assessore Vittorio Bugli e parla di questioni cruciali – tra cui ambiente, demografia, tecnologia - da affrontare tanto a livello globale quanto nel contesto locale.

Il quadro strategico tracciato “sarà aperto a due tipi di confronto: di livello nazionale e, in parallelo, sul fronte locale e regionale”, ha spiegato l’assessore anticipando una necessaria “condivisione”. “Oggi iniziamo il percorso di una strategia complessiva, che sarà poi dettagliata in documenti specifici, e che risponde a cinque obiettivi: Europa più intelligente;  Europa più verde; Europa più connessa; Europa più sociale; Europa più vicina ai cittadini”.

Nello specifico è stato ricordato che affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici con “azioni di mitigazione, adattamento e contrasto anche dell’impatto delle nostre azioni” sono urgenze non più rinviabili. La Toscana intende dare “sempre più centralità al principio dell’economia circolare” e ha intanto già fatto molto approvando una legge specifica,  prevedendo indicazioni nel Piano regionale di Sviluppo e in quello dei rifiuti, inserendo protocolli nel settore del cuoio e per le cave, ha ricordato Bugli.

In tema di tecnologia e crescita demografica, la Toscana ha “mantenuto un livello di benessere significativo. Disoccupazione e disuguaglianza sono state meno gravi rispetto al resto del Paese”, ma nel futuro l’obiettivo dovrà essere il “rilancio della crescita per superare le fratture e per costruire un modello di sviluppo sostenibile, innovativo, inclusivo, coeso e dotato di una robusta dimensione sociale”. In questa ottica l’assessore ha anticipato l’intenzione di orientare i nuovi Piani operativi regionali verso criteri sostenibili e, in particolare, legando la possibilità di accesso ai fondi della politica di coesione “solo per chi avrà effettuato un percorso di riduzione delle emissioni di Co2 negli ultimi anni”.

La trasformazione digitale toscana seguirà il solco già tracciato. La proposta di regolamento adottata dalla commissione europea a maggio del 2018 si concentra su riduzione delle disparità, digitalizzazione, competitività delle piccole e medie imprese, crescita intelligente, coesione territoriale attraverso il sostegno delle aree interne, rurali e costiere e con percorsi partecipativi volti ad attivare esperienze di economia collaborativa. Su questo terreno la politica può muoversi in “sostanziale continuità con gli interventi più efficaci del precedente periodo di programmazione, anche rafforzando le integrazioni con altri Fondi per laboratori territoriali di formazione di manager e imprenditori”.

Anche sul fronte delle politiche per la Costa la Toscana può muoversi in continuità per il “sostegno alla protezione ambientale, la gestione dei rischi e dei rifiuti marini, la sicurezza marittima”.

Le azioni in favore dei giovani puntano dritte al “sostegno finalizzato alla loro autonomia”, alle “transizioni scuola-lavoro”, alle “alleanze formative per una qualificazione professionale di qualità, allineata con la domanda di lavoro dei territori e in grado di accompagnare la transizione digitale ed ecologica”. La Toscana “conferma la centralità del capitale umano quale leva strategica dello sviluppo” e punta al “rafforzamento del ruolo dell’alta formazione” anche per contrastare il cosiddetto fenomeno dei ‘cervelli in fuga’. Sul lavoro, inoltre, l’obiettivo resta il “sostegno e il rilancio della buona occupazione”, anche “investendo sul potenziamento di tutte le misure di politica attiva”.

Sul fronte dell’inclusione sociale, occorre “garantire la continuità di alcuni interventi avviati, connessi alla presa in carico di soggetti svantaggiati” e “prevedere misure per l’integrazione di cittadini di paesi terzi, delle comunità emarginate”.

La politica agricola della Toscana, infine, prevede una proposta di sviluppo rurale con una “grande attenzione alle priorità”, anche attraverso “azioni strategiche territoriali e obiettivi trasversali”.

Le diverse strategie elencate da Bugli potranno declinarsi “anche in base ai fondi. Stiamo comunque arrivando con lo slancio di una Regione che è tra le più dinamiche del Paese”.