Libreria Mondadori, incontro con l'autore Giacomo Pacini

Sabato 20 febbraio 10:30-13 e 15:30-19 Grosseto: Sabato 20 (mattina 10:30-13 e 15:30-19) lo scrittore Giacomo Pacini incontra il pubblico e firma le copie del suo ultimo libro “ La spia intoccabile. Federico Umberto D’Amato e l’Ufficio Affari Riservati” edito Einaudi storia.

Giacomo Pacini, grossetano, ricercatore e saggista, ha svolto ricerche sulle stragi contro i civili durante la Seconda guerra mondiale e studi sul ruolo dei servizi segreti nell'Italia repubblicana. Ha pubblicato, tra l'altro, Il cuore occulto del potere. Storia dell'Ufficio Affari riservati del Viminale (1919- 1984) (Nutrimenti 2010), Divo Giulio. Andreotti e sessant'anni di storia del potere in Italia (con Antonella Beccaria, Nutrimenti 2012). Per Einaudi, Le altre Gladio. La lotta segreta anticomunista in Italia. 1943-1991 (2014) e La spia intoccabile. Federico Umberto D'Amato e l'Ufficio Affari Riservati (2021).

ll libro
Di Federico Umberto D’Amato è stato detto che «sapeva quasi tutto di tutti e quello che non sapeva, tutti pensavano che lo sapesse». Per questo tutti lo temevano. Per i suoi detrattori è stato una sorta di anima nera della Repubblica della quale avrebbe custodito i piú reconditi misteri; per i suoi estimatori, invece, è stato il piú geniale uomo di intelligence che l’Italia abbia mai avuto, maestro nell’arte dello spionaggio e unico esponente dei servizi segreti italiani davvero stimato a livello internazionale. Al vertice del cosiddetto Ufficio Affari Riservati (l’organismo informativo del ministero dell’Interno) tra l’inizio degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta D’Amato fu detentore di un potere talmente vasto da permettergli di condizionare perfino le scelte politiche dei vari ministri dell’Interno in carica.

Chi era Federico Umberto D’Amato? E quale funzione aveva l’Ufficio Affari Riservati (Uar), che diresse per tanti anni? Solo di recente ci si è resi conto di quanto sia stato rilevante il ruolo giocato dall’Uar durante gli anni della guerra fredda in Italia, disponendo finalmente di sufficienti elementi documentali per comprendere come esso sia stato l’organismo responsabile di una delle piú spregiudicate e capillari opere di infiltrazione all’interno di partiti politici, sindacati e movimenti extraparlamentari. Questa documentazione ha dimostrato che per decenni all’Uar aveva fatto capo una sorta di polizia parallela che agiva in modo del tutto autonomo dalle canoniche forze di pubblica sicurezza e che era in grado di gestire e tenere a libro paga centinaia di informatori sparsi in gran parte del territorio italiano. L’Ufficio Affari Riservati, in sostanza, operava come un vero e proprio servizio segreto, pur non essendo giuridicamente riconosciuto come tale. E, pur non avendo alcuna legittimazione giuridica, è di fatto esistito fin dall’immediato dopoguerra senza che il suo operato abbia mai suscitato un particolare interesse da parte della stampa, delle forze d’opposizione e della magistratura. La stessa figura di Federico Umberto D’Amato, d’altronde, è ancora oggi molto poco conosciuta, sebbene egli sia certamente stato il piú importante e influente dirigente dell’Uar, per anni detentore di un potere talmente vasto da permettergli di condizionare perfino le scelte politiche dei vari ministri dell’Interno in carica.