'Dimmi, Tiresia'
Viterbo: "Dimmi, Tiresia" è lo spettacolo che sarà in scena sabato 18 luglio, ore 21:00, a Sutri Anfiteatro, nella rassegna Teatri di Pietra.La prestigiosa rassegna, con la direzione artistica del maestro Aurelio Gatti, ha aperto il sipario nello straordinario anfiteatro romano di Sutri il 10 luglio e proseguirà, in un mese ininterrotto di programmazione, fino al 6 agosto.
Dimmi Tiresia, scrittura teatrale inedita di Luisa Stagni (attrice, regista e drammaturga) nasce nel 2015, come lirica dell’ascolto: l’autrice, resa cieca dalla malattia, approfondisce e concentra la sua ricerca sulla percezione, sensoriale e relazionale, come metodo e formazione dell’attore. Dopo CieKaPuk e Via Calafrutti 30, con Dimmi Tiresia la cecità non è più uno status di menomazione, ma la condizione - quasi necessaria – per la conoscenza.
La leggenda dell’indovino suo malgrado, che si trasformò in donna per poi, passati sette anni, tornare nuovamente ad essere uomo e poi, per un parere non gradito a Hera fu accecato (altri attribuiscono il fatto ad Atena) e in parte compensato da Zeus con la preveggenza e il dono di vivere sette generazioni, è la narrazione antica, il tramite necessario per irrompere nel contemporaneo.
Quel Tiresia del mito, interpellato da re ed eroi, da tutti chiamato per rispondere su un futuro da ogn’uno disatteso, testimone di vicende tanto sconvolgenti quanto prevedibili e preannunciate, l’uomo stremato dall’insistente domanda : dimmi Tiresia, dimmi... forse – oggi - non serve più.La contemporaneità è diventata il luogo dell’astratto, dell’immediato scisso da ogni legame con se stessi e con la comunità, distante tanto da un passato condiviso come da un futuro. Il naturale fondamento dell’umanità – la relazione – muore per l’indifferenza di scelte e visioni. Il futuro diviene pura espressione verbale mentre – per esistere – esigerebbe un presente nella sua piena vitalità emotiva e razionale. L’assenza di futuro è il nichilismo dell’assoluto presente. Con la resa diogni desiderio, quesito, aspirazione ad un presente onnivoro e consumato, il futuro è divorato e Tiresia definitivamente silenziato.