Esce 'Ricordi diversi', l'ebook di Marco Ceccarini e Paola Ricci dedicato agli anni livornesi di Carlo Coccioli

Livorno: Esce domani, giovedì 16 luglio, per iniziativa dell'associazione Articolo 21 di Livorno, il volume “Ricordi diversi”, scritto a quattro mani dal giornalista Marco Ceccarini e dalla scrittrice Paola Ricci, dedicato alla figura di Carlo Coccioli, autore livornese di cui in questo 2020 si celebra il centenario della nascita.

Si tratta di un libro basato sul rapporto diretto dei due con lo scrittore, che entrambi hanno avuto modo di conoscere e frequentare dal 1994 al 1996, negli anni in cui Coccioli, che già abitava in Messico dal 1953, tornò nella sua città natale assieme al figlio adottivo Javier. Quello che emerge dalle pagine di “Ricordi diversi”, che esce al momento sotto forma di e-book da scaricare gratuitamente sui siti dei giornali on-line Amaranta (www.amaranta.it) e Costa Ovest (www.costaovest.info) e sul sito dell'associazione culturale Articolo 21 (www.articolo21.it), è un Coccioli inedito, raccontato in una dimensione più personale, alle prese con la quotidianità e con ad esempio il suo amore per gli animali, anche se tutti i principali temi che ne hanno caratterizzato la vita sono presenti nel lavoro.

Marco Ceccarini, redattore dell'agenzia Toscana Notizie, ha messo l'accento sul sincero tentativo di tornare alle origini e di stabilirsi a Livorno che fece lo scrittore alla metà degli anni Novanta quando egli, giovane cronista, lo conobbe e lo intervistò a più riprese per il Tirreno e per altre testate minori. Paola Ricci, che lo scorso anno ha dato alle stampe il volume “Coccioli e la strega fatata” dedicato allo scrittore, ha focalizzato il suo rapporto personale. In entrambi i casi emerge la conoscenza profonda che i due autori hanno avuto con lo scrittore.

La prefazione di “Ricordi diversi” è stata affidata all'ex assessore alla Cultura del Comune di Livorno, Francesco Belais, anch'egli giornalista, cui va ascritto il merito, nel 2019, di aver conferito la Livornina d'Oro alla memoria di Coccioli. La postfazione, invece, è di Gloria Benini, insegnante e scrittrice, esperta di Letteratura italiana, che è stata tra l'altro coautrice del “Repertorio dei matti della città di Livorno”.

Anche dalla prefazione e dalla postfazione, oltre che dalle testimonianze, si può comprendere la grandezza di questo scrittore, che tra l'altro fu uno dei primi a parlare in modo esplicito di omosessualità e del rapporto tra questa e la religione e che ha messo al centro della sua vasta produzione letteraria anche temi come l'alcolismo e la costante ricerca esistenziale e religiosa che lo hanno portato dal Cattolicesimo al Buddismo passando per l'Ebraismo e l'Induismo.

Carlo Coccioli, nato a Livorno il 15 maggio 1920, scomparso a Città del Messico il 5 agosto 2003, giornalista, era laureato in Lingue e letterature orientali a Napoli. Dopo l'infanzia vissuta a Livorno, dopo la seconda guerra mondiale combattuta nelle fila della Resistenza italiana, scappò letteralmente dall'Italia per andare prima a Parigi nel 1949 e poi in Messico nel 1953, dove è stato corrispondente del Corriere della Sera e ha collaborato al Giornale e alla Nazione.

Coccioli ha pubblicato quasi quaranta tra romanzi e saggi. Ha scritto regolarmente in italiano, francese e spagnolo ed è stato il traduttore di sé stesso. I suoi libri sono stati tradotti in una ventina di lingue. Tra i suoi romanzi più noti, “Fabrizio Lupo” e “Davide”, ma anche “Uomini in fuga” e “L'erede di Montezuma”, “La casa di Tacubaya” e “Piccolo karma”, fino ad arrivare a “Tutta la verità”, sua penultima opera pubblicata, ed a “Itinerario nel caos”, quest'ultimo un testo fuori catalogo e mai messo in commercio, che hanno rappresentato e rappresentano la sua eredità umana, letteraria e spirituale.

Adesso, grazie all'impegno e al coraggio di Marco Ceccarini e Paola Ricci, esce “Ricordi diversi”, una testimonianza sincera e profonda, portata a termine senza scopo di lucro, fatta nel solo interesse di far conoscere meglio questo autore ancora troppo poco noto in Italia e soprattutto scritta da chi, alla metà degli anni Novanta, Carlo Coccioli lo ha davvero conosciuto, frequentando il suo “salotto” e prendendo parte ai “chiacchiericci a tema libero” che nella casa di scali delle Ancore si svolgevano per iniziativa di Carlo e Javier Coccioli.