Il Film 'Corchia, la montagna vuota' è 'Campana d'argento'

Grosseto: Alpi Giulie Cinema 2020 assegna il premio Hells Bells Speleo Award al film del grossetano Roberto Tronconi promosso dalla Federazione Speleologica Toscana e dal Gruppo Speleologico Maremmano del CAI con il patrocinio della Società Speleologica Italiana, della Provincia di Lucca, del Comune di Stazzema e del Parco delle Apuane ed il sostegno fattivo di Corchia Park ente gestore delle grotte turistiche del Corchia.

Inatteso quanto sorprendente il successo, data la presenza di produzioni del calibro de “La Venta” e del National Geographic.

"Documentario storico di grandissima fattura, questo di Roberto Tronconi, frutto di un lungo e meticoloso lavoro di ricostruzione storica, in cui, attraverso i racconti di alcuni dei protagonisti dell’impresa, si rivivono le tappe fondamentali dell’esplorazione dell’Antro del Corchia, sistema che ad oggi e uno dei maggiori complessi carsici in Italia ed Europa. Il narrato e accompagnato dalle ottime riprese girate ad hoc per ripercorrere le gesta degli esploratori dell’epoca, arricchito da foto e documenti originali". È con questa motivazione che la Giuria assegna il premio al film Corchia, La Montagna Vuota riconoscendo lo sforzo di ricerca storica e documentale della piccola produzione nostrana, confermando che le immagini, seppur di grande effetto, da sole non bastano a competere con storie di grande emozione. In CORCHIA, LA MONTAGNA VUOTA, c’è tutto: non solo belle immagini, c’è il racconto, c’è la storia, c’è l’emozione di chi c’era e soprattutto ci sono loro, i Protagonisti dell’impresa che con la loro spontaneità e naturalezza hanno reso vincente il Film.

Il film “Corchia - La Montagna Vuota” è un viaggio dentro quello che a ragione viene considerato uno dei “massimi” sistemi carsici d’Europa, dove per 180 anni si sono avvicendate generazioni di speleologi giunti da tutto il mondo con l’intento di svelarne i più reconditi segreti e di comprenderne la vastità.
La prima traccia documentale delle esplorazioni della Buca di Eolo o “Ventajola”, nome con cui era conosciuto allora l’Antro del Corchia, risalgono al lontano 1840 ad opera dell’Ing.Angelo Simi e di suo figlio Emilio.
Ma è soltanto nel 1960 che viene raggiunto per la prima volta il fondo del complesso carsico con una spedizione congiunta dello SCM e GSB (Speleo Club Milano e Gruppo Speleologico Bolognese).
Tempi assai lontani ma incredibilmente uno dei protagonisti di quella memorabile impresa, allora vent’enne ed oggi ancora in vita, accompagna lo spettatore con il suo racconto rievocativo e avvincente mentre scorrono le affascinanti immagini del Fiume E. Vidal.
Il film “Corchia - La Montagna Vuota”, primo -1000 nella storia della speleologia italiana, non vuole essere soltanto il ricordo di ciò che in quegli anni di fervore a cavallo tra il ‘60 ed il ‘70 ebbe a significare l’esplorazione dell’Antro del Corchia con le sistematiche spedizioni di ricerca da parte del Gruppo Speleologico Fiorentino e non solo, raccontate da Franco Utili, memoria vivente dell’Antro del Corchia e uno dei massimi conoscitori della grotta, ma vuole porre anche un interrogativo su ciò che oggi sia diventato fare speleologia.
E’ Andrea Gobetti, noto scrittore e speleologo, protagonista delle esplorazioni nell’Abisso Claude Fighiera, una delle pagine più belle e affascinanti della storia di questo complesso sistema ipogeo ad addentrarsi nel tema e a porre sul tavolo la questione di cosa significhi oggi essere speleologo.
Andrea Gobetti, come al solito, irriverente e sferzante, disamina la questione saliente del perché l’uomo scenda nelle viscere della terra e da essa ne venga attratto: la sete eterna di conoscenza, la voglia di sapere che l’uomo ha di fronte a questi vuoti immensi che incontra nel suo “vagare” dentro il Monte Corchia, obbliga lo spettatore a riflettere sul significato
interiore e filosofico del concetto di “Montagna Vuota”, una fitta ed intricatissima rete di gallerie e pozzi che si articola nel cuore della montagna per uno sviluppo inimmaginabile di 70 Km ed oltre, fino ed una profondità di –1187 mt., tale da costituire un unicum geologico planetario.
Il film oltre a mostrare le immagini di questo strabiliante complesso carsico di notevole interesse naturalistico e paesaggistico è una raccolta documentale di quei momenti storici unici e di quelle memorabili imprese, tale da rappresentare un importante contributo alla conoscenza nonché valorizzazione del Monte Corchia sulle Alpi Apuane e del suo comprensorio.

Roberto Tronconi, speleologo con la passione della fotografa e delle riprese video. Nato nel 1958, vive e lavora a Grosseto. Ha iniziato a fare speleologia nel 1974 e nel 1975 è entrato a far parte del Gruppo Speleologico Maremmano con il quale nel dicembre dello stesso anno organizza una spedizione al fondo dell’Antro del Corchia per la realizzazione del rilievo delle Gallerie Fossili sul Fiume E. Vidal individuate nel 1960 da Luigi Zufa e Giancarlo Pasini del GSB. Negli anni a seguire partecipa a spedizioni intenazionali in Francia sia sull’altopiano del Vercors che nei Pirenei. Nel 1976 entra a far parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico nel III Gruppo. Prende parte a numerose esplorazioni negli abissi della Valle di Arnetola sulle Apuane e nel 1977 comincia la sua avventura nelle esplorazioni dell’Abisso Claude Fighiera a fanco dei Torinesi e dei Faentni dove conduce numerose esplorazioni nel Corno Destro che lo porteranno alla scoperta delle Gallerie dei Maremmani. Negli anni ’80 prende parte alle esplorazioni dell’Abisso Farolf con la scoperta del Ramo Maria Giulia atraverso il quale, successivamente, verrà poi realizzata la congiunzione con il vicino Abisso Fighiera. Nel 1983 si allontana dalla speleologica atva per riprenderla trentacinque anni dopo con un nuovo e vivo interesse per la documentazione video. E’ così che con i vecchi amici di tante avventure speleologiche in quei lontani anni ’70 che dà vita ad un libero sodalizio dal nome “Speleo ‘70”, cominciando in tal modo a documentare le uscite speleologiche.
Resosi conto che di ciò che universalmente viene riconosciuto come il “massimo sistema carsico italiano” non esiste nessuna documentazione audio-visiva che ne narri la storia delle esplorazioni, decide di avviare una ricerca storico-documentale su questo vasto sistema ipogeo intervistando i protagonist che nei decenni precedent avevano scrito la gloriosa pagina esploratva prima che il tempo ne disperda ogni testmonianza direta e cadano perciò nell’oblio. Nasce in tal modo il Progeto per il flm “Corchia La Montagna Vuota”.