Se ne va una leggenda

di Massimo Ciani Non ricordatelo per la sua voce "chioccia" ma per le incredibili giocate che hanno illuminato lo sport nazionale negli anni '60. Le sue punizioni "a foglia morta" valevano da sole il prezzo del biglietto. Ha fatto grande l'Inter come l'Inter ha fatto grande lui.

Adesso Mariolino percorre il sentiero che lo condurrà ad abbracciare i protagonisti della storia nerazzurra che lo hanno preceduto. In particolare lo stanno attendendo il presidente Moratti, Helenio Herrera, Giacinto Facchetti e colui che è stato per tutta la vita l'anima ironica e tagliente della società nerazzurra, l'ineffabile avvocato Prisco.

Noi diversamente giovani, che abbiamo ammirato le tue prodezze quando la TV trasmetteva ancora in bianco e nero, non possiamo fare altro che accompagnarti con la nostra commozione. Oggi riprende il campionato e ricominceranno gli entusiasmi ma anche le risse, i falli, le simulazioni, le ruberie dolose o colpose. La Tua dipartita ci riconduce invece con la memoria a un altro calcio. Quello che noi tifosi eravamo costretti a seguire di regola per via radiofonica e solo eccezionalmente nella visione registrata domenicale del secondo tempo di una gara di serie A o nelle dirette di quella Coppa dei Campioni cui tu hai dato così tanto lustro.

Quando l'arbitro fischiava punizione dal limite per l'Inter e tu prendevi in mano il pallone e lo adattavi al terreno di gioco, noi tutti eravamo consapevoli che stavamo per assistere a un evento pressochè scontato ma sempre di enorme godimento. Per gli occhi e per l'anima. Avrei preferito non scriverlo, questo necrologio, Mariolino. Ma si sa che la vita , la vita di chiunque, ha un posto di blocco di fronte al quale non c'è nullaosta che valga. Neppure la patente di campione. Tu lo eri e lo rimani. Nei nostri cuori.