Covid-19 e aumento del Disturbo Ossessivo Compulsivo

Roma: La paura del contagio da Coronavirus ci ha fatto diventare tutti ossessivo-compulsivi? Il disturbo ossessivo-compulsivo, comunemente conosciuto come D.O.C., è un disturbo dove i pensieri o le idee indesiderate, appunto le ossessioni, spingono le persone che ne soffrono a mettere in atto comportamenti in modo ripetitivo (le compulsioni), al fine di alleviare l’ansia che viene generata dai pensieri.

Questi comportamenti, come ad esempio il lavaggio delle mani, il controllo degli oggetti o la pulizia in generale, possono interferire in modo significativo con la qualità delle attività quotidiane e con le interazioni sociali.

Non è una cosa inusuale avere dei pensieri focalizzati o dei comportamenti ripetitivi, almeno fino a quando questi non influenzano negativamente la vita quotidiana. Le persone con il D.O.C., invece, vivono questi pensieri come persistenti e le routine come indesiderate, rendendo i comportamenti rigidi e fonte di grande angoscia.

C’è poi da valutare l’insight, ossia il grado in cui le persone con il D.O.C. riconoscono come irragionevoli i propri pensieri; ma anche se l’insight è buono, la difficoltà ad interrompere il flusso di pensieri ossessivi e le azioni compulsive è sempre alta.

Ovviamente la pandemia da COVID-19 ha influenzato in maniera sostanziale le persone affette da questo particolare tipo di comportamento.

Gianni Lanari, psicoterapeuta responsabile del Pronto Soccorso Psicologico “Roma Est”, fa notare che non sempre ciò che sta succedendo, sia facilmente interpretabile.

Se da un lato la situazione attuale sembrerebbe trasformare in realtà il peggiore degli incubi per chi ad esempio è affetto da D.O.C. da contaminazione, dall’altro lato, sembrerebbe che in alcuni casi, chi soffre da D.O.C. da contaminazione, si senta meno giudicato/malato e quindi… paradossalmente meglio.

Sin dai primi momenti del lockdown, in tutto il mondo si è avvertita una crescente preoccupazione per la salute mentale. Uno studio della Kaiser Family Foundation ha riportato che, nel mese di maggio 2020, circa quattro adulti su dieci, ben il 39%, hanno affermato che lo stress legato al Coronavirus ha avuto un impatto negativo sulla loro salute mentale e di questi il 12% ha riportato che questo impatto è stato molto importante.

Ogni problema merita un discorso a se stante; per ciò che concerne il D.O.C., si può dire che il tentativo dei pazienti di distinguere le preoccupazioni causate dal proprio disturbo, spesso come già detto non realistiche, e le reali paure e preoccupazioni dovute alla pandemia, è stato vissuto come problematico.

Il dottor Nicola Zingaro fa notare “le difficoltà a cui possono andare incontro le persone con il disturbo ossessivo compulsivo e quindi con le ossessioni sulla salute e sulla pulizia: persone che vivono non solo con la paura del contagio da malattie “normali”, ma ora anche con una malattia che mediaticamente spaventa e incute il timore di poter contagiare gli altri. Spesso la propria casa è vissuta come un luogo sicuro, ma per i pazienti D.O.C. la situazione non sempre è così, poiché la paura del contagio è sempre dietro l’angolo“.

Il dottor Zingaro auspica infine “una maggiore consapevolezza del D.O.C. e dei disturbi ad esso correlati, poiché attualmente capita spesso di sentire che i problemi di queste persone vengano semplicemente ricollegati allo stress generale che tutti quanti stanno provando“.