I 60 anni di due autori innovativi e originali: Palahniuk e Foster Wallace

Nell’anno del centenario di autori come Pier Paolo Pasolini, Beppe Fenoglio e lo scrittore statunitense Jack Kerouac, noto per il suo best seller On the road (1957) tradotto in italiano con “Sulla strada”, sono passati un po’ in sordina i 60 anni di due degli autori più importanti degli ultimi tempi: David Foster Wallace e Chuck Palahniuk.

Entrambi sono considerati esponenti di spicco della letteratura postmoderna, tanto da guadagnare un posto d’onore a fianco ai più conosciuti e incensati Don DeLillo, Kurt Vonnegut, Paul Auster e Cormac McCarthy. In Italia vengono invece indicati come postmodernisti Umberto Eco, Italo Calvino e Giannina Braschi, tra gli altri.

Non è facile dare una definizione precisa di questo tipo di letteratura, anche perché sia le tematiche che gli stili spesso differiscono o sono completamente in antitesi tra di loro.

David Foster Wallace: una delle voci più autorevoli del postmodernismo americano

David Foster Wallace, che nasceva appunto 60 anni fa, a Itacha, New York è considerato oltre che un grande autore di romanzi e racconti, un grande autore di saggistica. Morto prematuramente nel 2008, in tutto il mondo la sua opera viene ancora oggi letta, citata e in alcuni casi usata come modello e fonte di ispirazione. Come saggista ha toccato diversi temi, passando dalla musica hip hop al cinema, dalla gastronomia alla politica. Uno dei suoi libri più importanti, in questa veste di autore di saggi è senza dubbio Considera l’aragosta, che raccoglie una raccolta di pezzi sparsi, che l’autore americano aveva scritto tra il 1994 e il 2005. Tra i temi trattati non mancano insolite e argute considerazioni su scrittori come Kafka e Dostoevskij. Il brano che dà il titolo all’opera è invece un racconto in prima persona dell’autore che aveva presenziato una Fiera dell’astice nel Maine.

Tra narrativa e saggistica, l’opera di Foster Wallace suona ancora attuale

Piuttosto interessante anche la sua visione del cinema e in particolare i suoi scritti dedicati al regista David Lynch. Foster Wallace qui si spinge oltre quella che è considerata la critica militante, tracciando un originale e imperdibile confronto tra il cinema di Lynch e quello di Quentin Tarantino. Appassionato oltre che di cinema, di musica e di letteratura, Foster Wallace era anche un grande patito di sport e in particolare del gioco del tennis, che praticata in modo amatoriale. Nel 1997 veniva pubblicata infatti la sua raccolta dal titolo Tennis, tv, trigonometria, tornado… il cui titolo originale è invece A Supposedly Fun Thing I’ll Never Do Again (Una cosa apparentemente divertente che non farò più). In questa raccolta di scritti vari, troviamo una recensione del film di David Lynch, Lost Highway, Strade perdute, film scritto da Barry Gifford, un interessante dissertazione sul ruolo tra gli scrittori statunitensi e la televisione, il pezzo Tennis, trigonometria e tornado (utilizzato come titoli per l’edizione italiana) e ancora un brano dedicato a un fiera, stavolta nello stato dell’Illinois, dove emerge lo stile ironico, a tratti sardonico dell’autore.

Da Foster Wallace a Chuck Palahniuk: stili diversi, tratti comuni

Questi saggi sono le opere che accomunano maggiormente uno scrittore come David Foster Wallace con uno piuttosto diverso, seppur contemporaneo come Chuck Palahniuk. Palahniuk è conosciuto al grande pubblico per aver scritto libri di maggior successo commerciale, come Gang Bang, Soffocare, Survivor e soprattutto Fight Club. Quest’ultimo è noto, oltre che per il successo di pubblico e di critica, per la trasposizione cinematografica realizzata da David Fincher e interpretata, tra gli altri da Edward Norton, Brad Pitt ed Helena Bonham Carter. Tuttavia, libri di fiction a parte, anche Palahniuk si è dedicato alla saggistica, con risultati più che lodevoli.

La scimmia pensa, la scimmia fa

Il primo libro non fiction è stato Portland Souvenir, mentre il successivo e più famoso è Stranger Than Fiction: True Stories, del 2004. Pubblicato in Italia con il titolo de La scimmia pensa, la scimmia fa, l’opera nel corso dei suoi 18 anni ha avuto un certo successo, data la natura dei suoi brani. A differenza delle opere di Foster Wallace, con cui condividere una certa vis polemica e il gusto per la provocazione sarcastica, questo libro è maggiormente strutturato e suddiviso in tre parti.
La prima è stata chiamata “Insieme” e ci sono pezzi surreali come “Il festival del Testicolo, La carne si produce qui e La mia vita da cane. Nella seconda parte del libro ci sono invece i “Ritratti”, dove spiccano i pezzi Egregio Signor Levin, Non cerco Amy e Leggersi le carte. Si conclude poi con la terza parte chiamata “Personale”, dove trova spazio il brano che da il titolo alla versione italiana, La scimmia pensa, la scimmia fa. Sono due scrittori seminali e importanti, dato che hanno ispirato un’intera generazione di autori, americani e non. Importante poi il loro apporto anche in contesti differenti, come il mondo dello sport, quello del gioco da casino come blackjack, poker e altre attrattive di abilità, senza dimenticare argomenti come il cinema o la musica popolare in voga tra le nuove generazioni.