Giornata internazionale degli infermieri. Draoli: 'La pandemia ci ha mostrato che il modello di salute unica è l’unico perseguibile'

Sono 1700 gli infermieri in provincia di Grosseto impegnati, ogni giorno nella cura, nel sostegno, nella somministrazione di vaccini e nell’accompagnamento, quando necessario, a una morte dignitosa e sempre più presenti nei luoghi di vita delle persone.Grosseto: “Il 12 maggio si celebra la giornata internazionale degli infermieri. Una ricorrenza che ci ha sempre visti, come Opi Grosseto, molto attivi, con l’obiettivo di  celebrare la nostra professione, sottolineando il contributo che noi infermieri possiamo dare alla salute dei nostri concittadini.

Era anche un’occasione per celebrare il nostro impegno attraverso il ricordo della collega Gemma Castorina, di Niccolò Campo e di tutto l’equipaggio di Pegaso, scomparso drammaticamente, insieme al paziente e ai tecnici, durante quel tragico incidente di 20 anni fa.

Negli anni, quindi, ci siamo spesi per portare l’evidenza del nostro apporto alla salute delle persone e che, nel Grossetano, vede impegnati 1700 professionisti. Lo facevamo attraverso un premio alla ricerca infermieristica, che aveva proprio il compito di sottolineare concretamente gli esiti delle nostre azioni. Il 2020, però, ha cambiato tutto ed è come se da questa data non ci sia più bisogno di dimostrare quello che può fare un infermiere, perché purtroppo la pandemia ha coinvolto tutti e mostrato il nostro bisogno di cose che credevamo scontate e acquisite: l’istruzione, i servizi commerciali, amministrativi, di pubblica utilità. Abbiamo avuto bisogno delle forze dell’ordine, di cultura, arte, divertimento e socialità.

Il 12 maggio, quindi, non è più solo un momento per rivendicare e chiedere – anche se sicuramente è un’occasione per ribadire il nostro intento di realizzare servizi di prossimità, sempre più vicini alle persone, che siano erogati nei luoghi dove si vive normalmente la quotidianità, dando vita a un’assistenza che è proattiva e a una sanità che non cura e basta ma intercetta il bisogno – ma è anche un’occasione per puntualizzare quello che questi due anni hanno dimostrato con tutta evidenza: in questo periodo abbiamo visto gli infermieri operare nei luoghi di cura, nelle case, ma anche nelle comunità, negli istituti scolastici, nelle piazze di paese, a fianco ai sindaci, in tutte le situazioni più importanti. Abbiamo avuto, purtroppo, l’occasione di ribadire tutti i giorni i nostri ruoli: abbiamo curato, portato sollievo, fatto da unico tramite con il mondo esterno e, in alcuni casi, accompagnato alla morte con dignità e rispetto. Sono competenze che esercitiamo da sempre e che sono fondamentali insieme al complesso dei compiti che svolgono anche altri attori della nostra società.

La pandemia, infatti, ci ha dimostrato che mai che la teoria del ‘one health’ è quanto mai attuale perché parlare di salute ha senso solo se si considera allo stesso la salute economica, sociale, sanitaria, lavorativa, delle infrastrutture, del commercio. Ci ha dimostrato che una comunità locale un unico organismo fatto, proprio come ogni organismo vivente, di tanti organi e funzioni che svolgono la propria parte per l’obiettivo finale.

In questo macro organismo, che è la nostra società, gli infermieri giocano un ruolo importantissimo, ma che non è efficace se non vede l’impegno di altri attori. E allora l’auspicio e l’impegno che come Opi vogliamo sottolineare in questa giornata è una maggiore valorizzazione dei servizi e delle professionalità, che erogano questi servizi. In ambito infermieristico, in ambito sanitario, sociale e non solo perché abbiamo visto che solo professionisti e persone riconosciute adeguatamente da un punto di vista sociale ed economico e che agiscono in condizioni di poter svolgere servizi utili alla comunità possono produrre salute e benessere. Questa è la più grande lezione che dobbiamo trarre da questa pandemia e che non dobbiamo dimenticare”.