Concorso Estar per infermieri: gli Opi della Toscana chiedono un tavolo di coordinamento per il futuro

Draoli: “ Le 2400 persone ritenute idonee per l’esame orale non basteranno a coprire il fabbisogno. Servono graduatorie più lunghe da cui poter attingere e nuove modalità, più meritocratiche, per la selezione, perché altrimenti il sistema pubblico dovrà continuare a bandire con frequenza concorsi che non saranno sufficienti a coprire le necessità del territorio”.

Grosseto: Aprire un tavolo di confronto con l'assessorato alla Sanità, Estar e gli ordini delle professioni infermieristiche per riflettere sulle modalità di concorso degli infermieri. È la proposta che gli Opi della Toscana fanno alla Regione e all’Estar con una lettera aperta indirizzata all’assessore alla Sanità, al presidente della terza commissione consiliare e al direttore generale di Estar.

 “Il concorso attualmente in atto – commenta Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto –  per la selezione degli infermieri è una procedura che arriva a pochi mesi di distanza da un concorso analogo espletato da Estar e, visto che i professionisti idonei a sostenere la prova orale sono circa 2400, non basterà certo ad andare a coprire le esigenze di personale dell’azienda sanitaria con un 70% di inidonei all'ultima prova. Per questo, come conferma anche la nota della Regione inviata ieri alla stampa presto l’Estar si troverà a dover espletare un nuovo concorso con dispendio di energie e denaro. Per questo vogliamo dare la nostra disponibilità per costituire un tavolo che provi a migliorare le procedure concorsuali nell’ambito di quello che prevede la norma”.

Sono tre le proposte che gli Opi lanciano per portare avanti il reperimento di personale infermieristico: da un lato, infatti, si rende necessaria la creazione di graduatorie più lunghe da cui attingere, evitando così che a distanza di pochi mesi il sistema pubblico si trovi a dover lavorare per espletare nuove procedure concorsuali, dall’altro si sottolinea come sia necessario riflettere sulla forte discrepanza che c’è tra chi si candida a sostenere il concorso e chi si presenta o riesce a passare le prove.

“Come ente sussidiario  dello Stato – dice Draoli – vogliamo metterci a disposizione per una riflessione comune: la necessità di bandire spesso concorsi determina uno spreco di energie e denaro per il sistema pubblico e, allo stesso tempo, il fatto che tra gli aspiranti dipendenti pubblici e il numero di persone che iniziano effettivamente la prima prova ci sia uno scarto, in media del 25% fa pensare che vadano riviste le procedure, magari interrogandosi anche su come vengono espletate le prove selettive”. Il dato da cui si muovono gli Opi è il fabbisogno di infermieri in Toscana registrato prima della pandemia: “Avevamo stimato, alla fine del 2019, che servissero 4000 infermieri, di cui oltre 200 in provincia di Grosseto. Con la nuova organizzazione dei servizi, dopo l’arrivo del Sars Cov 2 è evidente che i numeri sono cresciuti. È altrettanto noto che spesso chi viene assunto attraverso i concorsi è personale già impiegato sul territorio, magari attraverso contratti a termine o con servizi in appalto e quindi, di fatto, non va a coprire una carenza perché chiaramente andrà sostituito nei ruoli che ricopre con modalità di lavoro che non sono assunzioni a tempo indeterminato. In questo ultimo stiamo parlando di poco più di 2000 professionisti che in pochi mesi saranno chiamati tutti”. Insomma, secondo gli Opi si rischia di lavorare per espletare dei concorsi che non sono sufficienti, però, a rispondere alle esigenze dei cittadini. Da qui la proposta a collaborare: “Per trovare una soluzione – conclude Draoli – alla carenza di professionisti a cui assistiamo sul territorio”.