25 Aprile 2021. Discorso del Presidente del Comitato Provinciale ANPI

Grosseto: "In questo 76° Anniversario della Liberazione - afferma Luciano G.Calì presidente del Comitato provinciale ANPI Grosseto "Norma Parenti" -, in sintonia con le autorità della nostra Provincia, è doveroso partire dal messaggio ricevuto poche ore fa dal Presidente Sergio Mattarella:

«Il difficile momento che stiamo vivendo limita le modalità di celebrazione ma desidero con uguale intensità, in questo 25 aprile, Festa della libertà di tutti gli italiani, ricordare il sacrificio di migliaia di connazionali che hanno lottato nelle fila della Resistenza e combattuto nelle truppe del Corpo Italiano di Liberazione, di quanti furono deportati, internati, sterminati nei campi di concentramento e delle donne e degli uomini di ogni ceto ed estrazione che non hanno fatto mancare il loro sostegno, pagando spesso duramente la loro scelta».

Festeggiare la Liberazione, mai come in questi anni, non è pertanto semplice ritualità. Ad efficace testimonianza di tale pensiero, l’iniziativa nazionale denominata “Strade di Liberazione” che in questi giorni vede la deposizione di un fiore in prossimità delle indicazioni toponomastiche delle vie e delle piazze dedicate ad antifasciste ed antifascisti, di ogni estrazione e fede, vittime della repressione nazifascista.

Novant'anni fa, sulla Gazzetta Ufficiale del 28 agosto del 1931, faceva la sua comparsa il regio decreto 1227 che all’articolo 18 obbligava i docenti universitari a giurare devozione “alla Patria e al Regime Fascista”. A quel tempo solamente dodici professori su oltre milleduecento ebbero la forza di rifiutare il giuramento, ben coscienti dell’inevitabile conseguenza di dover subire il licenziamento e ben più gravi ripercussioni.

Oggi, grazie al costante dialogo tra l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ed il Ministero dell’Istruzione, la memoria di quell’evento infausto contribuirà a rendere maggiormente concreto il costante impegno indirizzato alla “memoria attiva”. Con l'avvenuta sottoscrizione del Protocollo d'Intesa promosso e sottoscritto in questi giorni dal Coordinamento Regionale dell'ANPI insieme, in primo luogo, alla Regione Toscana, all'Anci ed all’Upi Toscana in rappresentanza di Comuni e Province, ed all'Ufficio Scolastico Regionale, all'Università degli studi di Firenze, Pisa e Siena, all'Università per stranieri di Siena, alla Scuola Normale ed al Sant’Anna di Pisa, avrà infatti inizio la promozione di percorsi volti alla riscoperta dei luoghi della memoria, lavorando insieme per divulgare tra i giovani i valori su cui si fonda la Costituzione italiana. Nel tentativo di giungere ad una migliore conoscenza di quegli eventi, e ad una piena comprensione di cosa è stata la Resistenza, occorre aprire una riflessione su coloro che in massima parte ne furono i protagonisti. Da qui la prima domanda necessaria non può che partire dalla “carta d’identità” dei partigiani; oltre tre quarti dei combattenti, riprendendo le statistiche ufficiali, era composta da giovani appartenenti alle classi di leva dal 1922 al 1925. Ragazzi, ed anche moltissime ragazze, nati e vissuti interamente durante la dittatura fascista. Si trattava di giovani allevati da un regime che aveva fatto dell'Italia un’enorme esperimento di propaganda, educando, inquadrando ed abituando quei ragazzi al “loro ruolo” attraverso organizzazioni paramilitari finalizzate al giuramento di fedeltà al regime fascista e al Duce.

Non è infatti possibile comprendere appieno la drammaticità e la radicalità della scelta partigiana senza ricordare l'indottrinamento quotidiano dettato dal "Credere, obbedire, combattere". Per la maggioranza di quei giovani, come avvenne per gran parte del popolo italiano, fu la tragedia della guerra a palesare gli orrori del fascismo. Ed in quella cieca pretesa di obbedienza starà poi la leva della ribellione e della scelta partigiana. Viviamo, certamente e fortunatamente, tempi diversi. E’ tuttavia indubbio come l’anno appena trascorso sia stato doloroso, sconvolgente. Ed il 2021, con la crisi sanitaria ancora attuale, ha avuto inizio con la triste notizia della scomparsa di Licia Bianchini, figura legata in modo indissolubile alla Resistenza. Una giovane che, appena sedicenne, scegliendo di aiutare i partigiani capeggiati dai tenenti Luigi Canzanelli ed Antonio Lucchini, divenne fondamentale memoria storica di quegli eventi per intere generazioni di studenti. Così come continua ad esserlo il coetaneo di Licia, Nello Bracalari, anche lui staffetta partigiana durante l’occupazione tedesca e poi presidente del Comitato Provinciale “Norma Parenti” che ai giovani, con entusiasmo e generosità,  indirizza costantemente la propria genuina disponibilità attraverso i progetti di “A Scuola di Costituzione”, portati avanti in provincia nonostante le tante difficoltà legate alla pandemia.

Ai ragazzi della Resistenza, Licia e Nello, nel centenario della nascita è inoltre doveroso ricordare la figura di Norma Parenti, medaglia d'oro al valore militare, che si distinse per gli aiuti forniti ai partigiani, per l'ospitalità concessa a coloro che erano in fuga dagli occupanti tedeschi e dalla RSI, barbaramente seviziata ed uccisa a ventitré anni dai nazifascisti a Massa Marittima nel giugno del ‘44. Partendo da questi giovani e dalla loro passione  e professione di libertà, è davvero possibile avere la giusta dimensione del valore della testimonianza. Noi, insieme oggi nonostante la tempesta che affligge l'umanità intera, siamo chiamati ad essere garanti nel suscitare una nuova “memoria attiva” che, accompagnando la Storia con il ricordo e le esperienze di quella generazione, giunga ad una piena riscoperta di quel solenne ed attuale impegno che è incarnato dai giovani di ogni epoca, da sempre sensibili protagonisti del tempo presente e di quello futuro.

Ancora una volta Viva il 25 Aprile e felice Liberazione, a tutte ed a tutti!".