Un patto educativo con tutti gli attori della comunità educante

Follonica: La giunta comunale ha approvato il “Patto Educativo di Comunità”,  strumento introdotto dal Ministero dell’Istruzione  per dare la possibilità ad enti locali, istituzioni, pubbliche e private, realtà del Terzo Settore e scuole di sottoscrivere specifici accordi, rafforzando così non solo l’alleanza scuola-famiglia, ma anche quella tra la scuola e tutta la comunità locale.

Il “Patto Educativo di Comunità” è uno strumento introdotto dal Ministero dell’Istruzione nello scorso mese di giugno per dare la possibilità ad enti locali, istituzioni, pubbliche e private, realtà del Terzo Settore e scuole di sottoscrivere specifici accordi, rafforzando così non solo l’alleanza scuola-famiglia, ma anche quella tra la scuola e tutta la comunità locale, che in questo modo diventa pienamente “educante”.

La giunta comunale ha, con queste premesse, approvato un atto di indirizzo che nelle prossime settimane darà vita ad un confronto con tutte le scuole cittadine, le diverse associazioni, il terzo settore e le imprese per costituire quella che in gergo si definisce ‘comunità educante’.

“Andare nella direzione del patto di comunità” interviene l’assessora Catalani “ significa provare a riportare ordine facilitando i processi di crescita e di apprendimento, contrastando la dispersione scolastica e in particolare la fatica di tenere agganciati ragazzi e ragazze oltre l’obbligo scolastico, per approdare ad un tipo di formazione che consenta di avere chance nella società della conoscenza; vuol dire guardare lungo per connettere e far entrare i ragazzi dentro circuiti virtuosi che non devono, per forza, costruirsi dentro la scuola, ma anche fuori di essa costituendo così una relazione di stimolo anche per quella categoria ormai tristemente conosciuta come NEET e che ritiene di non trovare nella società intorno alcun stimolo per crescere.

In questi anni i servizi educativi - continua l’assessora-  e la scuola sono stati al centro delle politiche cittadine,  la comunità è stata al centro delle politiche cittadine. La comunità dello sport, quella del volontariato, quella culturale sono state oggetto di un processo di collaborazione estremamente significativo, sono entrate in contatto con il mondo della scuola offrendo occasioni di laboratorio, di sperimentazione, di crescita e di opportunità. Lo stesso è stato per il mondo dell’impresa per le scuole superiori in particolare, ma anche per le scuole dell’obbligo. Questo è un fenomeno molto significativo dell’epoca in cui viviamo dove le ‘grandi agenzie formative’ di un tempo (la scuola, la famiglia, l’oratorio e poco altro) sono state affiancate e talvolta, sostituite da una moltitudine di attori che, a livello locale, si offrono per dare una mano nel processo formativo e di crescita.”

Come si fa? Bisogna prima di tutto partire dal ‘desiderio’ di tessere relazioni che consentano forme di esperienza sociale e di apprendimento che non sono veicolate solo nel tempo e spazio della scuola, ma anche intorno alla scuola (la nostra esperienza con Spazi Ragazzi parte proprio dal presupposto che intercetto il disagio che emerge dentro lo spazio/tempo scuola e lo ingaggio in qualcosa di diverso ma con lo stesso obiettivo della scuola; proseguo il lavoro nel pomeriggio fuori dal tempo/spazio scuola perché piano piano trovi il suo modo di riallinearsi). Così facendo magari riaccendo una fiamma che mi dona fiducia e mi consente di riprendere il percorso formativo interrotto secondo una strada più vicina al mio bisogno e alle mie capacità (CPIA).

E’ quindi necessario a questo punto del nostro percorso collaborativo approdare ad un metodo, ad un sistema nel quale tutta la comunità possa riconoscersi e collaborare in maniera più ordinata e lineare.

Concretamente il Patto prevede attività di confronto e programmazione costante con le scuole, docenti e famiglie, per la co-progettazione e la co-gestione di attività tese a sostenere le studentesse e gli studenti più fragili, attraverso interventi di supporto allo studio e all’apprendimento. Saranno attivati inoltre numerosi percorsi laboratoriali su: competenze digitali, cittadinanza e partecipazione, radio, arte, teatro, cinema. Il metodo della co-progettazione partecipata, un metodo basato su un rapporto di pari dignità di tutti gli attori pubblici e privati coinvolti, mira a garantire un sistema organizzativo funzionale centrato sul riconoscimento e la valorizzazione delle competenze e delle funzioni dei singoli soggetti coinvolti.”