GDPR e Privacy per giornalisti

Viterbo: Si terrà sabato 8 febbraio, dalle 9.30 alle 12.30, presso il Centro Studi Criminologici di Viterbo, un corso di aggiornamento professionale destinato ai giornalisti e che vedrà al centro dell’attenzione la delicata questione del trattamento e protezione dei dati personali, specialmente dopo l’entrata in vigore, a maggio 2018, del Regolamento Europeo (GDPR 697/2016) che ha riformato la materia nella direzione di una disciplina uniforme per tutti i paesi membri dell’Unione.

Il GDPR, nonostante le pesanti sanzioni previste per chi ometta di adeguarsi, è argomento peraltro troppo ostico e non certo ben visto dai principali destinatari, vale a dire aziende e professionisti che sono tenuti a porre in essere misure per porre adeguatamente in sicurezza i dati personali dei propri clienti, fornitori, consulenti e così via.

La norma, infatti, a differenza del quasi totalmente abrogato D. Lgs. 196/2003, impone a tutti coloro che trattano dati personali altrui, non solo di proteggerli in maniera adeguata da possibili furti di pirati informatici, ma anche tutti quegli eventi, anche fortuiti, che possono portare alla perdita degli elementi che permettono di individuare una determinata persona. Non solo, quindi, i rischi informatici, ma anche il furto di un cellulare o un PC; la criptazione di una chiavetta o la sottrazione dell’elenco clienti da parte di un socio arrabbiato o un dipendente infedele.

Il legislatore Europeo, infatti, si è reso sempre più conto che i dati personali sono un bene più prezioso di quanto non lo possano essere oro e petrolio messi insieme. Non a caso, se ci pensiamo, vengono contenuti in “banche” dati. E in banca di solito si portano denaro e altri oggetti preziosi. Ma basta pensare alle notizie che giungono su massicci attacchi informatici cui sono soggette aziende pubbliche e imprese private cui vengono sottratti o criptati i dati. Chissà in quante hanno ceduto al ricatto di pirati informatici e pagato riscatti per rientrare in possesso dei loro archivi.

Tutto ciò trova origine da una assoluta mancanza di una cultura della protezione del dato che ci affligge e da cui non riusciamo a liberarci sulla base di considerazioni semplicistiche quali “tanto sanno tutto e ci spiano.”
Non è così, in quanto siamo noi a volerci far spiare, magari mentendo. Abbiamo mai riflettuto sul fatto che, in media due volte al giorno, diciamo tutti la stessa bugia? Quale? Semplicemente rispondiamo con un sì incondizionato alla domanda, più o meno furbescamente posta, se abbiamo LETTO, COMPRESO E ACCETTATO i termini di contratto e l’informativa privacy per poter andare avanti nella navigazione di un sito o per procedere in un acquisto o una connessione. E usiamo solo un dito per dirla. Sarebbe opportuna maggiore attenzione, specialmente a fronte del fatto che non sappiamo in mano a chi mettiamo questi dati e l’uso che ne può fare. I casi di Cambridge Analytica, Facebook e, adesso, Tik Tok, il nuovo social dei giovanissimi, sembra non abbiano insegnato niente. E non dimentichiamo che vanno in giro auto che hanno in bella vista sul retro, i nominativi di tutti i membri della famiglia. Un’arma messa in mano a malintenzionati. Esempi? Fin troppi: “Signora Luisa, suo figlio Marco è in ospedale” (e la casa è lasciata vuota almeno un’ora) o il ben peggiore caso di “Ciao Camilla, sono un amico di papà Mario e mamma Maria, ti devo portare io da loro, e in macchina con me c’è il tuo fratellino Luigi e il vostro cane Fido.” Si è reso l’idea? E non immaginiamo quanti altri casi si possono verificare in rete.
Il GDPR, se correttamente applicato è uno strumento che permette di iniziare ad avere una maggiore consapevolezza sia da parte del proprietario di questi dati che da parte di colui che li deve gestire, responsabilizzato in tal senso.
La disciplina tocca anche i giornalisti, categoria particolare che, nell’esercizio del diritto dovere di cronaca, vengono in possesso e nella disponibilità di immense quantità di dati che, in ogni caso, sono obbligati a tutelare e proteggere. Pena le stesse sanzioni previste per un’azienda.

Il corso sarà tenuto da Gianni Dell’Aiuto, avvocato del foro di Roma, esperto della materia che già ha tenuto lezioni e convegni in materia, oltre ad avere pubblicato numerosi articoli in materia di privacy e protezione del dato personale.