L'Associazione di tutela ambientale La Duna-Follonica a Monia Monni, assessore all'ambiente e altro in Toscana

Follonica: «Le scriviamo dalla parte povera del Regno - così l'Associazione di tutela ambientale La Duna -, quelle macchie e quei paduli che sono sempre stati regno di carbonai, contadini, minatori, butteri, fuoriusciti, bestemmiatori e "colpiti dal morbo fatale".

La parte povera sarebbe la nostra, con poco corpo elettorale, terreno di cui ci può essere (in termini elettorali) poco da preoccuparsi mentre su altri versanti i motivi di stare in pensiero ci sono. Uno, che la riguarda insieme a noi, sarebbe quella famosa relazione della Commissione Ecomafie sui gessi rossi, una bazzecola che vede in gioco un discreto numero di posti di lavoro e lo stato ambientale di un comprensorio che con i siti industriali ha uno stretto, troppo stretto contatto da decenni. Basterebbe che Lei guardasse una delle foto o video che girano per rendersene conto. Vorremmo sperare che si fosse recata di persona a rendersi conto ma, pur avendola invitata ad avere un incontro con noi che ci definiamo "ambientalisti" (anche se per qualcuno siamo solo "pseudoambientalisti") non abbiamo ricevuto risposta alla mail che Le abbiamo inviato da quasi un mese.

Intanto della famosa commissione Arpat/Regione per rispondere alla relazione dell'altra commissione parlamentare non abbiamo notizie, nonostante la premura con cui era stata annunciata. Ma non è di questo che oggi le vorremmo parlare... Vorremmo mettere alla Sua attenzione un altra porzione del territorio (sempre quello nella parte povera del Regno) che risponde, anzi rispondeva, alla definizione di PARCO interprovinciale di MONTIONI, della sua scomparsa amministrativa e dell'attesa che la Regione vari la famosa Area o riserva protetta regionale (o qualcosa di simile) che attendiamo da almeno tre anni. Nel frattempo, in questa assenza, il patrimonio storico e ambientale è messo a dura prova, crolli, cedimenti, scomparse sono ormai frequenti, quasi giornalieri.

Chi controlla e gestisce la parte follonichese fa quello che può, ripulisce ma non può mettere in campo quelle risorse che sarebbero necessarie per salvare un area che vedeva nell'estrazione dell' allume e nei bagni termali di Elisa Bonaparte i punti di maggiori interesse. Ma un punto "diverso" c'è, uno dei più belli tra i vecchi poderi del fu-parco, che si affaccia sulla ValdiCornia e l'Elba e che oggi sta crollando, distrutto dall'incuria e dall'essere nella solita parte povera del Regno. Si chiama Poggio ai Bugni o poggio Vedetta, è proprietà regionale e sta venendo giù piano piano ma inesorabilmente mentre da anni dovrebbe essere restaurato e recuperato.

Basterebbero pochi soldi, molti meno delle somme che ad ogni Consiglio Regionale vediamo distribuite a beneficio di lodevolissime iniziative ma che qui sembra non siano ritenute necessarie. Le mettiamo delle foto, perché dicono che una foto parli più di mille parole e per descrivere la rabbia e il dispiacere per vedere lo sgretolamento di tanta ricchezza ne servirebbero parecchie migliaia.

Noi nell'attesa siamo qui, i nostri recapiti li ha... Tante volte...».