Sindacato: 'Inceneritore Scarlino!... Si o No?'

Maurizio Russo, Cisal Chimici: "Oggi non voglio solo ricordare le tragedie personali che hanno vissuto e purtroppo stanno ancora vivendo decine di ex Lavoratori, ma vorrei esprimere pragmaticamente il mio modesto parere, non assolutamente tecnico, su questa particolare questione". Massa Marittima: "Dopo l'avvio, da parte delle Regione Toscana, dell'ennesima procedura autorizzativa all'inceneritore di Scarlino, - dice Maurizio Russo, segretario provinciale Chimici Cisal - sono nuovamente divampate le ormai storiche polemiche, tramite stampa e social network, su questo 'maledetto' impianto industriale".

"Oggi, - prosegue il sindacalista - non voglio solo ricordare le tragedie personali che hanno vissuto e purtroppo stanno ancora vivendo decine di ex Lavoratori della Scarlino Energia SpA e delle innumerevoli promesse, da marinaio, fatte da politici, troppo distratti dalla passata campagna elettorale, per pensare seriamente al loro futuro; ma vorrei anche esprimere pragmaticamente il mio modesto parere, non assolutamente tecnico, su questa particolare questione".

"A tal proposito, - spiega Maurizio Russo - è importantissimo ricordare che la Comunità Europea ci dice che quello dei rifiuti è un ciclo composto da 5 parti, nessuna delle quali può essere trascurata:

1) ridurre al minimo la produzione;
2) differenziare la raccolta in modo da recuperare alcuni materiali;
3) riutilizzare tramite un ciclo industriale quanto viene differenziato;
4) recuperare l'energia contenuta nella trazione residua dei rifiuti, proprio attraverso gli impianti
di termovalorizzazione;
5) mettere a discarica l'ulteriore residuo, che rappresenta la parte più negativa dei passaggi".

"Dunque, piacciano o non piacciano, - dice Russo - gli inceneritori fanno parte a pieno titolo del ciclo dei rifiuti, perché è la stessa economia circolare che impone il recupero energetico. Ormai, purtroppo, è conosciuta da anni la posizione del “NO a prescindere” dei Sindaci e vari politicanti del territorio, ahimè si è aggiunta ultimamente anche la leghista dell'ultima ora di
Scarlino, che per semplice tornaconto elettorale sono costretti, da sempre, a strizzare l'occhio ai vari Comitati ambientalisti, senza proporre mai credibili soluzioni alternative all’incenerimento e soprattutto al futuro occupazionale del territorio, che dovrebbero invece rappresentare in tutte le sue parti".

"Infatti, - continua Russo - è incomprensibile che uomini e donne eletti per governare i problemi, possano rispondere alla domanda se si è favorevoli, oppure no al termovalorizzatore, quando ormai abbiamo chiaramente capito che, anche grazie alle loro scelte sulla filiera dello smaltimento dei rifiuti, oggi non è più possibile formulare la domanda stessa.
Ecco perché dovremmo affidarci esclusivamente al lavoro e agli studi delle Istituzioni pubbliche preposte alla salvaguardia ambientale e sanitaria, prima di esprimere un giudizio in merito a una questione culturale così spinosa, che non è possibile banalizzare appellandosi solo alla salute pubblica".

"Dopo l’ultima “chiusura” sono rimasti, nell’Impianto di Scarlino, solo pochi lavoratori nell’attesa snervante di nuove autorizzazioni, mentre la maggioranza degli ex dipendenti, ancora ad oggi, risulta precaria o addirittura disoccupata, però ancora nessun paladino del “NO a prescindere” sembra accorgersene", termina Maurizio Russo.